Nell’estate dove Demoskopika aveva stimato aumenti dei costi del turismo del 8,9% rispetto all’anno scorso (Media italiana) rispetto a un aumento dell’inflazione generale che l’ISTAT attestava al 5,6, mi preme una breve riflessione sulla differenza fra chi usa dati affidabili e chi usa al più singoli esempi per dire la sua. Non è la stessa cosa.

Le ricerche sul turismo, quando fatte con un metodo accurato servono a ragionarci su, a differenza degli articoli che prendono spunti da singoli esempi e magari diventano pure virali (vedi quelli sull’aumento dei prezzi turistici finiti pure sul sito della CNN). Poi magari i singoli esempi trovano conferma nei dati, ma non è scontato e animare dibattiti non sui dati ma sulle impressioni non aiuta.
Lo stesso vale per le solite (desuete) prese di posizione su possibili cali del turismo da qualche parte (e pure se fosse: sti c…i, non è un campionato). Ma qui il problema è ancora maggiore perché i dati ufficiali possono solo enumerare coloro che dormono in un posto, non gli escursionisti (siano essi turisti che hanno dormito in qualche località adiacente che abitanti di paesi limitrofi). Con le nuove tecnologie si stanno sperimentando dei metodi che a lungo andare potrebbero permettere di avere maggiore contezza su questo dato, vedi il calcolo delle celle telefoniche attive in una località.

Come reagire ai dati
Di fronte a dati affidabili si può decidere di incaricare altri istituti di fare comparazioni diversificate per avere un quadro più articolato; ma già leggerli bene, spiegarli, far partire riflessioni collettive o avviare indagini più particolareggiate su territori più ristretti sono tutte attività degne di nota. Sia che sono positivi che negativi. Specie quando si tratta di stime.

Bene ha fatto il direttore del dipartimento turismo della Regione Puglia (Aldo Patruno) a fare un post di spiegazione sui social del dato emerso, bene ha fatto la Regione Puglia a pubblicare un grafico della ricerca di Demoskopika sul proprio sito istituzionale, sezione statistica. Non perché è un dato di cui andare fieri, (sebbene nel caso della Puglia gli aumenti sono minori della media nazionale, ma comunque ci sono e sono superiori ai dati ISTAT).
https://www.regione.puglia.it/web/ufficio-statistico/-/demoskopika.-inflazione-e-turismo
Ma cosa dicono i dati di Demoskopika?
Premesso: capire dati complessi per i non addetti ai lavori non è mai facile. Ma il metodo del confronto è sempre il modo più semplice per farsi un’idea. La nota metodologica spiega i criteri di qualsiasi ricerca fatta in modo serio, specifca le fonti.
In questo caso ci troviamo davanti a un confronto fra diversi dati europei confrontati con l’anno precedente, con altre Nazioni nostre vicine competitor; con uso di dati ufficiali (EUROSTAT e ISTAT. Roba seria). Macrodati che certo non possono fotografare situazioni territoriali più ristrette, ma importanti per capire che aria tira.
Leggere che il prezzo degli alloggi turistici in Italia sia aumentato in un anno in media del 12,8% (considerando solo gli hotel siamo a +14,6%) è un dato certo significativo. I gestori avranno avuto buoni motivi o hanno esagerato? Lo deciderà il mercato e in genere le ricadute si vedono l’anno successivo quando tocca di nuovo scegliere l’alloggio per le vacanze. Secondo Demoskopika, le percentuali italiane non hanno giustificazioni reali, visto che l’inflazione generale (alias l’aumento dei prezzi) è stata minore.
La parte più interessante dell’analisi riguarda il confronto con alcuni nostri vicini competitor: Francia, Spagna e Grecia. Gli alloggi e la ristorazione assieme presentano stime di aumento maggiori dell’1,9 rispetto alla Francia, 1,8 rispetto alla Grecia e 1,2 rispetto alla Spagna. Musei e attività per il tempo libero al contrario costano meno.
Far presente che c’è stato un aumento maggiore nel turismo rispetto ad altri settori non significa gettare la croce sugli operatori, meno che mai sulle amministrazioni. Un’occasione per approfondire, capire le cause, spiegare agli operatori che le loro scelte hanno una ricaduta poi sui loro guadagni quantomeno futuri.
Il singolo turista può scegliere all’interno di un’offerta che quasi ovunque è eterogenea. Esistono listini e menu, state attenti e se le tariffe non vi piacciono cambiate. Lo so, siamo culturalmente più vacanzieri che viaggiatori e d’estate la gran parte di noi vorrebbe fare a meno dell’impazzire a confrontare offerte di quasiasi servizio turistico si abbia voglia o necessità. Magari chiedete un occhio di riguardo se siete clienti abituali, altre idee per non cambiare scelte non ce ne sono.

