Sul turismo esperienziale

Mentre andavo a Paestum per parlare all’evento Open outdoor experiences ho riletto un capitolo di un saggio degli anni ’70 del secolo scorso in cui l’autore raccolse articoli che parlavano di proposte particolari di viaggio e mi sono divertito a riprenderli.

Da alcuni anni si parla molto di turismo esperienziale come ultima frontiera del turismo. Ma le proposte c’erano anche oltre mezzo secolo fa. Curiosi? Spero di si.

Il libro in questione è uno dei classici della sociologia del turismo: “il turista” di Dean MacCannell, che segnerà la storia degli studi turistici. Un saggio uscito nel 1976 e tradotto in italiano solo una ventina d’anni fa, per merito di Nicolò Costa e Luigi Guiotto.

Le esperienze turistiche narrate risalgono al periodo fra il 1967 e il 1970, in piena rivoluzione sessantottina dunque. Trovò viaggi ed escursioni, magari di nicchia, che ricordano molto l’attuale tendenza verso il turismo esperienziale. Da noi andava forte il turismo di massa, Rimini e le spiagge affollate. Poi forse c’erano esperienze di viaggio più veraci, ma pochi o nessuno le ha narrate e quindi non ne sappiamo molto.

Volgiamo dunque lo sguardo a queste datate esperienze turistiche. Ovvio non tutte ci sembreranno interessanti, ma in fondo il concetto di esperienza dipende da chi la fa.

1967 turisti visitano luoghi di aggregazione degli hippies, intenti a suonare tamburi e altre attività tipiche dell’epoca.

1967 tour guidati nel quartiere di Harlem, quartiere difficile di New York, almeno nell’immaginario comune (oggi tour simili li trovate in molte proposte di vare agenzie)

1969 proposta di tour di 21 giorni dormendo in una contea della West Virginia presso famiglie povere

1969 visita agli artigiani in città russe

1970 un turista viaggia alle Bahamas col battello postale che i turisti non prendono e racconta che è l’unico modo per vedere la vita dei nativi

1970 turisti a cape Canaveral durante lancio apollo 13 testimoniano che trovarsi in quel luogo è un po come far parte di quell’evento

1970 Swissair propone il “de tour”, nolo auto compresa, in cui vai un po’ dove ti pare

1970 proposta di tour dei gabinetti di Londra (anche questo si trova oggi nel catalogo di diverse agenzie, ca.20 sterline)

1970 tour ecologista per vedere i primi dieci inquinatori in azione

Mi sono divertito molto a mettere assieme questi esempi, non so se in Italia in passato davvero si andava solo a mare o in giro coi bus gran turismo o se c’era già una nicchia interessata a questo tipo di esperienze, e quindi un’offerta. Di sicuro molte di quelle esperienze rintracciate da MacCannell, fatte le dovute differenze visto la società in cui viviamo oggi, potrebbero stare in qualche proposta contemporanea. E diverse ci sono già.

La domanda che ci porremo in un prossimo articolo è se queste esperienze erano/sono autentiche o meno. Si sa, gli operatori del settore turistico tendono a standardizzare qualsiasi cosa, a impacchettare il tutto. È normale, fa parte del gioco. Lo stesso MaCannell fa notare con altri esempi che spesso per avere un vera esperienza turistica serve qualche imprevisto che ci faccia uscire dai percorsi ufficiali.

Intanto oggi i turisti occidentali vogliono esperienze e gli operatori gliela offrono. Alcune sono molto valide e possiamo parlare di buone prassi, altre magari un po’ meno. Ma di sicuro meglio un turismo che propone esperienze che il piattume di altre proposte.

Al sud grazie alla legge Masi sono partiti o stanno per partire diversi corsi tesi a migliorare le competenze degli operatori nel far vivere esperienze turistiche ai viaggiatori, un fatto positivo che spero possa produrre buoni effetti per rinnovare l’offerta turistica dei territori, specie delle aree interne.

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