Vedere che un istituto come Demoskopika si prende la briga di calcolare l’overtourism nelle province italiane è un fattore positivo, per me che mi occupo di ricerche e formazione su questi temi.
Da anni esistono a livello europeo degli indicatori per capire gli impatti del turismo. Li uso anche io nei miei progetti e nelle mie ricerche, li usiamo nei progetti del Vagabondo. Provo a raccontarli in parole semplici per i non addetti ai lavori.

Gli indicatori servono a mettere in relazione diversi dati. Per questo motivo non hanno una scala di valori propria. Li usiamo di solito per avere dei dati utili al confronto (ad es. fra località simili nella stessa zona). A differenza di Demoskopika io non amo poi fare classifiche che sintetizzano tali dati, ma è un’operazione lecita che si fa in statistica, esistono vari metodi a tal fine.
Vediamo i singoli indicatori usati e cosa significano.
Rifiuti
Questo è un calcolo interessante, si può fare a livello comunale grazie all’esistenza del catasto rifiuti. Non è un calcolo preciso perché non si rilevano i rifiuti che vengono fatti in modo aggiuntivo per i turisti in altri settori che non siano l’ospitalità come ad esempio i ristoranti. Ma è già qualcosa
Peccato non si possa fare lo stesso calcolo, specie a livello comunale, anche per altri consumi come l’acqua o l’energia. Per l’energia i dati del consumo sono a livello provinciale e si potrebbero usare nello stesso modo con cui si calcolano i rifiuti attributi ai turisti.
Densità e intensità turistica
Detto in parole povere, il peso che ha il turismo su un territorio. L’intensità viene calcolata mettendo in relazione i turisti censiti col numero di abitanti; la densità mette in relazioni lo stesso numero dei turisti in relazione all’ampiezza del territorio. Anche in questo caso parliamo di indicatori che non danno valori assoluti di riferimento, utili per dei ragionamenti a patto che i dati non vengano presi come rilevatori di verità assoluta, perché come sempre un indicatore copre quel che riesce a coprire, ma ha dei suoi limiti.
Per essere più chiari: un territorio con pochi abitanti e molti turisti potrebbe essere squilibrato rispetto a un territorio molto abitato ma con un numero di turisti uguale (o anche superiore) al caso precedente. Ma non è automatico, è un’indicazione.
Mentre è ovvio che se un territorio è piccolo avrà una pressione turistica tendenzialmente maggiore di un territorio più vasto. Ma anche questo è un indicatore relativo, perché poi i turisti spesso si concentrano solo in alcune zone di un territorio, come può essere il centro storico o il lungomare.

Densità ricettiva
Anche questo indicatore è interessante, calcola cioè il rapporto fra i posti letto per turisti esistenti e l’ampiezza del territorio. Vale come suo limite lo stesso ragionamento di sopra: di solito le strutture si concentrano nei posti più vicini alle zone visitate dai turisti (centro storico, lungomare…), per cui potrebbe anche capitare che una densità bassa in un luogo non dia un esatta percezione di cosa accade.
Utilizzazione lorda
Detto anche grado di utilizzo. Calcola la percentuale di utilizzo dei posti letto presenti in un posto. Questo indicatore è molto interessante sebbene non concordo con Demskopika quando dice che se i valori sono alti (e quindi le strutture quasi sempre piene) c’è il rischio sovraffollamento perché il numero di posti letto presenti in un territorio sono variabili e non seguono logiche di pianificazione. In altre parole: non c’è una legge che prevede, che so, che per ogni tot abitanti ci possono stare tot posti letto o che ogni chilometro quadro ci possono stare massimo tot posti letto. Ogni località fa storia sé. Questo indicatore io lo uso più che altro per valutare gli scenari possibili. Se le strutture sono sempre piene è probabile (e anche logico) che altri apriranno mentre se sono sempre vuote per la maggior parte dell’anno sarà bene far passare altri messaggi. Al netto dei diversi modi di utilizzo, è un indicatore che uso sempre anche io.
Conclusioni
I dati sono importanti ma bisogna saperli leggere e usare con la dovuta cautela. Non ci dicono tutto, specie nel turismo, dove soprattutto il tema degli escursionisti e dei loro impatti sfugge quasi sempre ai rilevamenti. I dati (e gli indicatori statistici che usiamo) ci dicono quel che riescono a dire. Per questo li confrontiamo, non vanno mai presi come valori assoluti.
E come giustamente specifica anche Demoskopika, servono poi indicatori locali per approfondire. Non tanto di tipo statistico, perché purtroppo a livello comunale non si va oltre questi indicatori (ancora ancora a livello provinciale ci sono i dati sul consumo di energia turistico che si potrebbero usare in aggiunta a quelli usati da Demoskopika). Ma qualsiasi analisi per capire meglio il fenomeno turistico a livello locale sarà utile per integrare le indicazioni legate a questi preziosi indicatori sugli impatti del turismo.
P.S. lo studio di Demoskopika lo trovate sul loro sito: https://demoskopika.it/ Non mi sono soffermato su come hanno poi successivamente creato la classifica comparativa perché entriamo in un terreno troppo tecnico per riuscire a spiegarlo in un articolo sul blog.

