Da quando tutti mettono bocca sul turismo noto un bel po di confusione sull’ uso del termine overtourism. Oramai ogni foto dove c’è una strada intasata da pedoni si grida all’overoturism. Ma stiamo parlando di cose diverse.
L’APT Basilicata ha rilasciato i dati del primo semestre turistico. Un fatto positivo, in una Regione dove il mestiere di analizzare i dati non è affatto facile per mancanza di interesse da parte degli enti. Quella che segue è una prima analisi fatta nell’ambito del progetto BuonTurismo, la prima su suolo lucano.
Siamo nel piano della stagione estiva 2025 e gli operatori sperano che vada bene. In alcune zone già ci si lamenta dei pochi turisti, ma come ha giustamente ricordato l’assessore regionale del turismo pugliese, le analisi vanno fatte a fine stagione, dati alla mano. Nel frattempo l’unico dato a mio avviso importante riguarda il 2024, che ha certificato in tutta Italia un calo del turismo italiano, in special modo nelle località balenari (compensato in parte da maggiori arrivi stranieri).
Il turismo italiano continua a regalarci, purtroppo, delle telenovele infinite. Da un lato le concessioni balneari, dall’altro le guide turistiche. Va bene che siamo in una democrazia e ognuno può avere la sua idea, ma assistiamo a continui ostruzionismi che frenano lo sviluppo del fenomeno turistico.
Sabato di giugno, 36 gradi, l’ideale per un po’ di mare. Immagino troverò tanta gente. Invece alle ore 11 nel lido dove mi trovo ci sono 30 ombrelloni utilizzati su 100, un 30 % dunque. Una pacchia per chi c’è. Che però, non so a voi, a me pone alcune domande. E spunti. Specie in riferimento al solito problema di contrapposizione fra turisti e residenti di cui si parla tanto.
Su Vanity fair è uscita un’interessante intervista a Andrea Cerrato, destination manager che biasima la deriva che sta prendendo il turismo esperienziale e ragiona su alcuni aspetti del fenomeno. Considerazioni molto interessanti che vi invito a leggere, cui aggiungo alcune mie riflessioni sul tema.
Fare cultura del turismo in Italia è un’impresa ardua. Perchè quando unisci turismo e cultura si pensa quasi in automatico a musei e spettacoli dal vivo. Noi invece da anni dedichiamo parte del nostro tempo a fare cultura del turismo organizzando eventi culturali di confronto, di ascolto, di progettazione. E così, in attesa che qualche Comune ci chiami per qualche lavoro di analisi o di sostegno al turismo sostenibile, dal 6 al 9 luglio torna BuonTurismo, ad Altamura.
Mentre in alcune città si organizzano proteste contro i presunti danni provocati dal turismo e la ministra ribalta il concetto sottolineando che in Italia abbiamo il 95% del territorio che ha poco turismo, il TAR boccia diversi provvedimenti. Intanto il Vagabondo è stato eletto nel direttivo dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) nella figura della nostra presidente Angela Masi. Parto con una serie di articoli sul tema.
Mentre finisco un’importante quanto impegnativa analisi sul turismo a Castellaneta, il dibattito locale si concentra sull’ennesima puntata di “Un posto al mare”, la telenovela che nessuno ha mai ancora sceneggiato ma che da anni tiene in scacco gli italiani. La storia di un gruppo di operatori del balenare che si batte strenuamente contro chiunque osi mettere in dubbio il loro posto al mare. Avete perso qualche puntata?
Ho collaborato alla realizzazione di Apulia heritage games, un format ideato dall’associazione il Vagabondo che ha inteso portare nelle città di Altamura e Gravina un evento diverso dai soliti, non un semplice calendario di giochi da fare ma una serie di attività varie legate all’uso degli strumenti ludici per valorzzare il patrimonio, con il chiaro intento di coinvolgere diverse fasce d’età e di utenza, specie adulti.
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