Si può pensare a una località dove i servizi possano esser fruiti sia da autoctoni che dai turisti? In teoria sì, ma in pratica l’aumento dei prezzi pone un barriera.
Mi raccontano che un lido della zona ha alzato molto i prezzi per avere una clientela turistica e non di autoctoni. Altri si lamentano del costo dei parcheggi. Va così un po’ ovunque, specie in città d’arte e località di mare. Mi permetto una breve riflessione.
Un’altra estate sta passando e come spesso accade si levano proclami contro il turismo. Al di là dei social ne parlano giornalisti, sociologi, antropologi, urbanisti etc. Alcune critiche sono interessanti e le leggo volentieri, pur non condividendole appieno, altre sono decisamente forzate.
Come descrivere Melfi con una foto? Ho scelto il castello di Federico II nascosto da un albero perché questa è l’impressione che mi lascia questo luogo: una destinazione di grande fascino ma che preferisce nascondersi agli occhi dei forestieri.
Per quest’anno, non cambiare stessa spiaggia stesso mare…
Stavo finendo di scrivere un articolo sul lungomare di Scanzano quando Legambiente ha pubblicato un interessante dossier sulle spiagge, affrontando il tema in modo articolato, come è giusto che sia. L’ho trovato molto interessante e vi pongo alcune mie brevi riflessioni, poi su Scanzano ci tornerò poi.
Così iniziava una celebre canzone di Eduardo Bennato (il gatto e la volpe). Mi è tornata in mente mentre io e decine di altri fra villeggianti e turisti di passaggio aspettiamo che qualcuno faccia capolino al bar che serve sia il campeggio sia un lido adiacente. Ne è uscita questa riflessione, che vi porgo, sul rapporto che ognuno di noi ha con la fretta in relazione ai nostri viaggi. Per sapere che ne pensate.
Terminata la fase acuta della pandemia, torna il dibattito sulle locazioni brevi e sembra una crociata. Il casus belli è un emendamento nel decreto concorrenza in discussione alla Camera dei Deputati, che permetterà al sindaco di Venezia di porre dei limiti alle locazioni brevi, su richiesta di realtà locali che si occupano di abitabilità nella città lagunare.
Un tema che ho trattato nel mio ultimo libro “extralberghiero. Cioè?” che vi invito a leggere, dove sono partito dalle strutture ricettive tradizionali e poi ho allargato lo sguardo a questo nuovo fenomeno emergente.
Play Alghero, brand del progetto internazionale MED GAIMS GAmifIcation for Memorable tourist experienceS che ha coinvolto diverse altre città che si affacciano sul Mediterraneo, è giunto alla fine della sua lunga fase di gestazione. Ora bisogna far giocare le persone, magari convincendole a pagare per fruire delle diverse esperienze ludiche previste. Lo scopo del progetto è lanciare un nuovo modo di fare turismo, anzi direi un nuovo strumento che può arricchire l’offerta turistica di un luogo.
Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tifiamo per la Fondazione Alghero che gestirà questa fase cruciale.
Appena entrato nella mia stanza d’hotel, la prima cosa che si accende è lo split dell’aria condizionata. Segna 28 gradi. Fuori fa molto caldo, è indubbio che un servizio del genere può far piacere a tanti. Spengo tutto, apro la finestra e mi chiedo se questo “servizio”, che sicuramente pago profumatamente, non possa essere considerato d’ora in avanti un optional. Mi spiego meglio.
Il giro d’Italia è terminato. Stupendo come sempre. Fra gli sponsor anche quest’anno c’era l’ENIT. L’idea di supportare la kermesse ciclistica che è considerata una delle corse a tappe più importanti del mondo, seconda solo al Tour de France e al pari della Vuelta di Spagna mi sembra una giusta intuizione. Ogni anno i migliori ciclisti del mondo si sfidano lungo le strade italiane, e i loro tifosi e gli spettatori di tutto il mondo possono ammirare scorci suggestivi del Bel Paese, tappa dopo tappa.
Ma per cosa spende i soldi l’ENIT? Qualcosa non mi torna.
particolare tratto dal sito ufficiale del Giro d’ItaliaContinua a leggere
Quando termino una lezione sul turismo, fra le domande finali puntualmente esce quella sulla difficoltà nel trovare lavoro nel turismo. Mentre quando esco la sera incappo al contrario negli imprenditori che si lamentano per la difficoltà a trovare persone che ci vogliano lavore in questo settore. Che strano, sembra che domanda e offerta non riescano a incontrarsi. Ma è proprio così?
Segue una riflessione scomoda e bella lunghetta (spoiler!), che intende porre le basi per un’analisi lontana dalle tifoserie.
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