Il primo capodanno da capitale in pectore a Matera e la neve imperante mi stimolano alcune riflessioni di inizio anno sul turismo in città.
Innanzitutto, l’importanza del saper comunicare, che è una cosa che grazie al Comitato Matera 2019 è diventata una buona realtà, per cui quest’anno sui media nazionali si parlava anche del capodanno di Matera a fianco di luoghi ben più blasonati.
E al di là dei gusti personali, organizzare uno spettacolo di respiro internazionale è sempre meglio di quel che si proponeva fino all’anno scorso; fra l’altro molto ben organizzato.
Molto carina anche l’idea di far scegliere le canzoni che poi i dj convenuti hanno sparato a tutto volume in piazza Pascoli, per la gioia degli astanti. Tanta gente convenuta, materani e turisti, tutto è filato liscio e si può esser ben contenti.
Di migliorabile, valga per le prossime attività, due aspetti: il ritardo con cui è stato comunicato il tutto, a ridosso di natale, il che significa che chi ha scelto di trascorrere il capodanno in città non l’ha fatto per l’evento finale (che invece può e deve essere motivo di richiamo); e il tema della partecipazione, tanto invocata anche durante la candidatura ma che spesso coinvolge gli operatori o i cittadini più che altro all’ultimo miglio, quando cioè tutto è deciso e bisogna solo fare massa critica. Che è una tattica, ovvio, ma opinabile. Per me partecipazione non è solo farsi dare una mano quando già si è deciso tutto, ma anche stimolare dei processi partecipativi fin dall’inizio, cosa ben più difficile ma che è l’unico modo per far aumentare la cultura di un territorio e non farla dipendere dall’illuminato di turno, interno o esterno che sia.
Aggiungo che al di là dell’ottima qualità dei performer della nottata, la scelta del tipo di evento è stata strana, visto che il tipo di musica aveva un forte richiamo giovanile mentre al momento il turismo a Matera è impostato nettamente su un turismo culturale e magari anche i gusti medi sono leggermente diversi da quanto proposto.
Rispetto alla situazione del turismo in questo periodo, gran pienone ben oltre le potenzialità cittadine, neanche su booking si trovava alcunche per poter dormire in città in questi giorni. Dato ottimale cui deve seguire una migliore organizzazione. L’unica richiesta venuta dagli albergatori era quella di sapere cosa sarebbe stato aperto e cosa no durante le festività. Al di là delle rassicurazioni in merito a me non è arrivato nulla, per cui quantomeno non sono stati avvisati tutti; i turisti si sono dunque dovuti avventurare, alcuni con maggiore altri con minore fortuna. Un Comune che voglia invogliare il turismo deve saper anche organizzarsi per tempo con gli operatori culturali, per cui direi che un buon proposito per la prossima giunta è concertare tutto per tempo. E darne pronta comunicazione.
Per finire, la neve. Romantici i tetti innevati nei Sassi e ottimale la reazione delle Ferrovia Appulo Lucane che nonostante ritardi di ore, hanno assicurato le corse ferroviarie da Bari sia ieri che anche oggi, giorno di festa in cui tradizionalmente tali ferrovie sono ferme. Speriamo che questo esordio venga ripetuto in futuro, anche non a causa di emergenze.
Il Comune mi è sembrato meno all’altezza, bene l’aver sparso il sale ma anche stamane che un bel sole ha permesso a gran parte del ghiaccio di sciogliersi, non ho visto mezzi atti a rimuovere il ghiaccio rimasto o i residui di neve nelle zone come piazza sedile dove batte meno il sole. Il che significa che stasera saremo punto e daccapo. Per questo motivo, non perché sono un abitante culturale ma perché sono un abitante (e quindi culturale) ho preso la ramazza e sono andato a togliere il ghiaccio oltre che fuori casa mia, anche a tutti i gradoni Duomo. A volte è più facile fare le cose che parlarne soltanto o aspettare la manna.