Alcune riletture dei dati del turismo in Basilicata. Perché per quanto presi da soli siano poco significativi, letti bene qualcosa ci dicono. E ci allontanano dai toni eccessivamente trionfalistici del presidente (dimissionario?) dell’APT Basilicata.
Già l’anno scorso feci notare come i numeri, oltre a fornire solo uno specchio parziale della realtà turistica, bisogna saperli leggere; e lo si può fare per diversi fini: marketing, politica, studio.
Il dato più preoccupante è legato al pernotto medio, cioè al calcolo di quante notti un turista si ferma, in media. Sui quotidiani locali l’APT ha parlato di un ottimo dato. E’ il 3,42 in Regione; il 3,74 in provincia di Matera. Sembrano ottimi numeri, ma se confrontati con il 2014 il calo c’è (era 3,79) specie nel materano, dove crolla dal 4,22 dell’anno precedente. Nella città di Matera l’aumento c’è ma è impercettibile, visto il boom dovuto all’incoronazione a capitale europea della cultura si poteva sperare meglio. Da anni è crollato sotto le due notti attestandosi a un 1,65. Lecce, che pure sconta la vicinanza con uno splendido mare nel 2014 (il dato 2015 non è ancora disponibile) aveva un pernotto medio di 2,3. Ciò significa che nonostante sia stato l’anno della proclamazione, quello cioè dove si è concentrato un imponente sforzo comunicativo e promozionale, Matera resta una meta essenzialmente da toccata e fuga. Vuoi per i prezzi troppo alti, vuoi per la mancanza di una promozione in grado di far percepire questa destinazione come meritevole di una presenza più lunga, vuoi per un’offerta poco capace di trattenere gli ospiti. Forse è il caso di porselo come problema e di capire cosa non va.
A ciò aggiungiamo eventi molto visitati come il Presepe vivente, che ha attratto masse di escursionisti mordi e fuggi; o il significativo numero di autobus GT, una cinquantina al giorno nei mesi primaverili. E viene il sospetto che fra i fattori che causano questo basso numero (che incide pure sulla politica dei prezzi) probabilmente c’è la mancanza di capacità di promuovere un turismo maggiormente stabile sul territorio, né a Matera né meno che mai nell’entroterra.
Infatti se il dato regionale pur se in netto calo è ancora superiore alle 3 notti, lo deve come sempre alla fascia marina, dove i vacanzieri sono soliti trascorrere qui come altrove almeno una settimana, se le tasche lo consentono. I numeri sulla fascia jonica sono in considerevole aumento, sia chiaro: il 13% di presenze in più censito. Ma i pernotti aumentano solo del 4%, ed ecco spiegato il crollo del pernotto medio. Più gente, ma per meno tempo. Insomma, al netto dell’aumento di quasi 100.000 arrivi sull’intero territorio regionale, la gente si ferma meno, specie gli stranieri.
No good!