Al termine dell’assemblea di AITR che ha rinnovato il suo direttivo triennale (compreso me) siamo andati a trovare due realtà socie nell’Appennino tosco-emiliano. 2 storie intense che fanno la differenza, situazioni che meritano di essere inserite nei vostri prossimi itinerari.
La prima si trova a Castelnovo ne’ monti, circa un’ora da Reggio Emilia, sotto la pietra di Bismantova. Qui è attivo l’agriturismo “il ginepro”, gestito dall’omonima coop sociale che tramite la gestione di diversi servizi legati al territorio oggi da’ lavoro a quasi 100 persone, di cui oltre un terzo disabili. Si dorme e si mangia a prezzi onesti in uno scenario da sogno, la struttura è ben tenuta e il personale affabile. L’attuale presidente, una donna con uno sguardo intenso tipico di chi sa guardare lontano, ci racconta delle sue preccupazioni per il futuro occupazionale: hanno sempre avuto incarichi dagli enti della zona per lavori per lo più umili ma importanti per chi li fa e per la comunità i loro lavoratori, ora però la legge impone che si devono fare gare d’appalto anche per questi incarichi.
Il giovane omnia della struttura mi racconta di antilopi e fagiani che spesso la notte si presentano fuori alla porta in cerca di cibo, e non sono certo i soli. E di quanto sia bello vivere qua. Parole importanti, in una zona dove un secolo fa la
costruzione di un impianto di centrali idroelettriche portò lavoro e benessere per migliaia di persone, trasformando una società pastorale in operaia; ma la tecnologia è andata avanti e oggi solo in 5 ci lavorano, ma intanto il benessere ha favorito lo spopolamento della zona.
Un’ora di strada in più in uno scenario naturalistico mozzafiato ci porta a Cerreto, oggi frazione di un nuovo Comune nato dalla fusione di 5 micro comuni. Qui sono attivi I briganti di Cerreto, un’esperienza pilota di riattivazione in’ottica comunitaria di un borgo che conta meno di 70 abitanti. Una decina di autoctoni li incontriamo al circolo ricreativo, punto di riferimento sociale del borgo.
Alle pareti c’è spazio quasi solo per l’idolo di casa, Giovanni Lindo Ferretti, dei bei tempi dei cccp e dei csi. È tornato a vivere qua da un po’, mi dicono indicandomi la casa (ma viste le sue ultime conversioni politiche e religiosi son contento di non incontrarlo). Terra di castagne e funghi, di partigiani e briganti. Ci accoglie
Simona, sotto una pioggia che invoca ricerca di funghi e andiamo a vedere alcune delle loro attività: la ripresa della raccolta delle castagne e del tradizionale metato (luogo dove si essiccano); le 3 casette ristrutturate e adibite a strutture ricettive fra cui l’antico mulino. Il ristorante ha riaperto, il gestore lo aveva chiuso per cercar fortuna sulla costa romagnola ma ora che è tornata la vita e l’economia ha ripreso a girare è tornato pure lui.
Cerreto è un luogo dall’aria buona, naturalisticamente parlando l’intero Parco è fantastico; e poi ci sono loro, i Briganti; incontrarli fa tornare la speranza per l’intero appennino.