Nei giorni scorsi in campeggio tutti parlavano delle novità provenienti dagli altri Paesi. Prima il coprifuoco in Portogallo; a seguire la chiusura dei locali notturni in Catalogna; e poi ancora i provvedimenti in Francia. Tutti sanno che la variante delta è ancora più contagiosa ma intanto si viaggia, per fortuna. Ma che narrazione ha senso portare avanti?

Non avevo dubbi che quest’estate più della precedente si sarebbe viaggiato, per il semplice fatto che oramai ci stiamo abituando a convivere col virus; e magari anche perché visto il gran caldo, si è preferito cogliere l’attimo, che d’ora in avanti vattelapesca cosa accadrà.
Ma non avevo dubbi neanche sul fatto che non sarà un’estate da passare spensierati, viaggiare ok ma bisogna stare più attenti dell’anno scorso. E serve una narrazione adeguata.
Secondo alcuni operatori del settore bisogna smetterla con questa informazione che crea allarmismo e che rischia di nuocere al settore turistico. Come se la pandemia per incanto sparisse se non ne danno notizia i TG. L’anno scorso appena si tornò a viaggiare, le notizie erano molto simili, gli allarmi contagi venivano sempre dalle mete più gettonate, ma pur di far girar l’economia nessuno si è dato troppi pensieri. Prevalse la narrazione della rimozione, che ci ha fatto vivere un po piu spensierati l’estate passata, e aveva pure un senso.
Quest’anno è diverso, innanzitutto perché chi governa ha capito l’errore e sta intervenendo subito, non solo in Europa. Al momento gli Stati Uniti non hanno ancora riaperto agli europei, molte nazioni nel mondo impongono restrizioni su viaggi e su arrivi. Il pressing per il liberi tutti non ha alcun senso, sebbene richiesto da troppi. Step by step .
La narrazione è andata diversificandosi. Da un lato quelle governative, tutte grosso modo incentrate sul vaccino, in special modo da noi, sebbene indebolita dallo sport estivo: alle olimpiadi no spettatori, hanno deciso i giapponesi; agli europei di calcio sì, con tanto di ricatto dell’Uefa (no gente negli stadi no partite, si sarebbe giocato altrove) cui l’Italia e qualche altro paese si è piegato.

Nel mondo del marketing mi pare che prevalgono queste tendenze: gli spot dei marchi commerciali hanno iniziato a tener conto del covid, adeguando la narrazione alla vita di oggi o soffermandosi su piccoli cambiamenti positivi, ora che le restrizioni si sono allentate. Gli spot pubblici sul turismo no, fanno finta che il covid non esiste. Gli spot privati sul turismo parlano di sicurezza nel viaggiare, cercano di infondere tranquillità.
Non che sia più sicuro viaggiare, e forse era meglio che ognuno se ne stava in giro nel proprio paese. Ma certo meglio il green pass (anche se darlo solo in Italia dopo una sola dose fa un po’ ridere) che prendere la temperatura agli imbarchi come si faceva l’anno scorso. Non perché divide sani da appestati, o perché è una patente di immunità. Posso ancora prendere e trasmettere il virus pure io che ne ho due di green pass. La narrazione va fatta con misurazione.
Nel frattempo il campeggio è abbastanza pieno, ci sono tende, roulotte e camper, clienti aficionados e turisti. E le prenotazioni sono in aumento. Non era scontato, anzi.
Al festival del libro possibile anche tanta gente.

Nei vicoli di Polignano a mare la possibilità di stare distanziati era pari allo zero, tanto per citare una delle tante perle balneari dello stivale che di sicuro saranno piene in questi giorni di solleone.
Tanta gente anche a mare, con questo caldo è più che giustificato.
Segnali positivi: c’è voglia di vita, e di non chiudersi nell’isolazionismo. Basta stare tutti un po’ più attenti, sapendo che tanto per quanto si possa sanificare o stare distanti, il rischio c’è. Dobbiamo farcene una ragione e andare avanti, anche viaggiare certo. Ma rispettando gli altri, non pensando di essere degli highlander invincibili perché vaccinati. Qualche restrizione ci potrà essere, ce ne faremo una ragione. Non mi riferisco alle mascherine, per me all’aperto non servivano e non servono, metterei al più obbligo di usarle nei centri storici turistici nelle ore serali.
Per il resto già sappiamo che la nuova variante diventerà prevalente nel giro di poco; che a breve i contagi riprenderanno a salire in modo significativo (anche a causa degli europei di calcio) si spera in modo meno grave.
Secondo me l’unica narrazione da fare non è quella salvifica, meno che mai quella della rimozione; basta una narrazione che inviti a stare attenti, a viaggiare quel minimo che serve a farci ricaricare le batterie, a non andare più di tanto all’estero (lo stesso vale per gli stranieri che vorrebbero venire in Italia). Come si era fatto l’anno scorso insomma.
Buon prosieguo d’estate