incontro su turismo responsabile a Madrid: com’è andata

Se volessi racchiudere in 2 immagini le sensazioni provate al FITUR, sceglierei innanzitutto il penoso stand dell’ENIT, a mio avviso il più brutto sia per estetica che per qualità di proposte (4 regioni con su materiale posto in modo sgraziato, oltre a uno stand autonomo della Calabria molto più fornito ma quasi tutto in italiano); dall’altro alcuni incontri che si sono svolti in una zona tranquilla, lontana dai padiglioni fieristici, come quello sulle variabili ambientali, sociali e economiche del turismo nel mediterraneo (organizzato da casa Mediterraneo); o il meeting fra operatori spagnoli e colleghi africani, fra vestiti colorati e imitazioni dell’occidental style (organizzato da INVESTOUR); o l’incontro molto partecipato sul turismo responsabile, organizzato da Koan consulting, Ecotumismo e Rutas Pangea.


Trovo valida l’idea di approfittare di una Fiera importante per quanto poco vicina ai valori del turismo responsabile, per fare una propria iniziativa, sulla scia di esperienze analoghe (l’ICRT di Goodwin fece lo stesso ai margini del summit mondiale dell’ONU, a Cape Town, nel 2002).
Il numero dei partecipanti (140) è andato oltre ogni rosea previsione, tutti stipati come sardine nell’unica sala concessa dagli organizzatori. Dopo alcuni gradevoli interventi (uno teorico della prof. Margaret Hart Robertson, l’altro di lancio del progetto Turinea), si è passati alla fase di networking, all’inpiedi e con un buffet che ci ha allietato per tutto il tempo. Alcuni si conoscevano fra loro, altri si cercavano per conoscersi, altri andavano un po’ a caso, ognuno in base ai propri interessi, divisi sostanzialmente fra chi cercava di stringere accordi e alleanze e chi era interessato a stringere legami con i vari professori presenti. All’inizio dell’incontro è stato distribuito il Vademecum per il Turista Responsabile, un documento che mi ricorda molto da vicino quello scritto da AITR per la campagna di Mondial Assistence.
Un’ultima nota positiva, di commiato, va al buffet organizzato all’interno della fiera, nel padiglione del CBI, dal vicepresidente della rete europea di turismo responsabile (EARTH) e dai suoi collaboratori: un buffet gestito da un ristorante equosolidale madrileno.
La mia ricerca in terra di Spagna prosegue.

One response to this post.

  1. Posted by Valentina on 8 febbraio 2012 at 10:32

    é ancora piú penoso che l’ENIT abbia quello stand da almeno 3 anni…un piacer conoscerti! a presto

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