Pianificare il turismo è una necessità, non uno sfizio

25-aprile-2015 Quest’anno il tradizionale appuntamento del 25 aprile sui luoghi delle resistenze materane non l’ho organizzato.
In compenso ho trascorso un po’ di tempo in giro per vedere cosa accadeva nelle strade di Matera in un giorno di festa che ha fatto registrare a detta di tutti una presenza superiore a quelle di pasquetta, ma con eguale atteggiamento, tutti in giro spensierati.

Com’è andata?
Il riferimento a pasquetta non è occasionale, poiché fino all’anno scorso era la giornata di massimo pienone per la quale ci si preparava, consapevoli almeno in parte delle difficoltà cui va incontro una destinazione quando i numeri dei visitatori hanno un’impennata improvvisa.
Effettivamente mai come questa volta a Matera non si trovava un posto dove dormire su nessuno dei tanti portali presenti, se a questo aggiungiamo i tanti visitatori provenienti da mete vicine ci rendiamo conto che la città era stracolma, come accaduto in tante altre città d’arte.
Ma a Matera questi numeri rappresentano una novità, l’impatto mediatico dovuto al lavoro vincente del comitato Matera 2019 (checché ne dicano i detrattori) sta dando i propri frutti.
Ma come si è preparata la città a questo atteso ponte? E quali sono i traguardi da raggiungere ora in avanti? Dopo pasquetta sono stati riscontrati i soliti problemi legati in particolar modo alla viabilità e ai parcheggi, problemi di secondo conto certo, niente di grave.
Ma una città che vuole scommettere sul turismo nel medio-lungo periodo deve saper farsi trovare preparata anche su tematiche che non riguardano l’ordine pubblico, ma anche l’immagine che da’ di se stessa, l’accoglienza e i servizi. Oltre a stare attenti a non creare attriti fra esigenze dei residenti ed esigenze turistiche.
Quando come in questo caso manca una chiara pianificazione turistica, non si può fare altro che procedere per piccoli tentativi di miglioria, che vanno pur bene quando la crescita dei flussi è lenta, ma diventano inefficaci quando si procede per impennate continue.
Da più parti sono stati riscontrati i classici problemi di una meta turistica dove i provvedimenti non sono ancora all’altezza: troppo traffico nelle strade adiacenti al centro storico, impossibile parcheggiare, anarchia su più fronti e il pensiero di molti attori che corre solo al proprio portafoglio.
L’auspicio nel caso di Matera è che la sfida del 2019 sia raccolta da tutti gli attori, politici, operatori e cittadini, e si trovino strade efficaci e lungimiranti.
Si sa ormai da decenni che un approccio vincente non passa per piani organizzati dagli enti proposti ma da una strategia concertata, dove tutti gli attori sul campo, dagli imprenditori coinvolti nel turismo ai residenti in zone centrali, si chiede un passo indietro, ognuno per quel che è lecito chiedere.
E’ sotto gli occhi di tutti che il traffico veicolare almeno nei giorni di pienone (ma sarebbe bene che si arrivi quanto prima a un provvedimento fisso) deve essere totalmente bloccato in tutto il centro storico, non solo nei Sassi. E senza alcuna eccezione (che come sempre provoca la rabbia di chi non ha goduto del far parte dell’eccezione di sorta).
Il piano parcheggi va totalmente rivisto: se fino a pochi anni fa si pensava di fare parcheggi all’ingresso dei Sassi, oramai è chiaro che almeno nei giorni di feste comandate autobus e macchine provenienti da fuori città non devono avere l’impatto odierno sul centro cittadino che gravita attorno ai Sassi. Serve quindi individuare luoghi sempre più periferici, fino ad arrivare nel prossimo futuro a prendere in considerazione la zona commerciale di borgo venusio, dove sarebbe bene rimettere in funzione la stazione dei treni delle FAL e puntare su una metropolitana leggera con orari continui in grado di supportare questo buon successo cittadino. Specie nei festivi. E volendo anche costruire dei parcheggi multipiano e dei luoghi attrezzati con tanto di bagni capaci di essere di supporto ai tanti visitatori che giungono in autobus, fra gruppi organizzati e scolaresche (solo lunedi 27 aprile si contavano nel piazzale della stazione centrale una quarantina di autobus parcheggiati, alias 2000 persone che grosso modo tutti alla stessa ora cercano un bagno, come è giusto che sia dopo aver viaggiato).
Sul tema accoglienza e servizi turistici, era difficilissimo trovare una guida turistica disponibile e l’unico ufficio informazione comunale, oltre ad essere in una postazione che oramai non è centrale, non può bastare. In passato si usava aprire altri casotti comunali, mentre oggi si è preferito forzare l’apertura del centro gestito dall’università che funge anche da ufficio informazioni pubbliche nei giorni feriali, per affidarlo a un’agenzia privata interessata a vendere le proprie visite. La stessa che manda in giro promoter aggressivi che si spacciano per addetti comunali. Vergognoso.
Il turismo porta soldi, i soldi sono portati dalle persone, ma più gente viene più si deve spendere per far stare tutti bene, nol’auspicio nel caso di Matera è che la sfida del 2019 sia raccolta da tutti gli attori, politici, operatori e cittadini, e si trovino strade efficaci e lungimiranti si può solo fare i conti di quanto è entrato nelle tasche degli operatori privati. Il che significa prendere delle decisioni, investire denaro, e magari dare lavoro a più persone, che non è mica male. Per esempio per dare informazioni pubbliche (alias senza andare a prendersi commissioni a nero indirizzando da questo o da quest’altro); o anche per pulire di continuo i cassonetti dei rifiuti che facilmente si riempiono.
E questo significa dirottare risorse pubbliche per rendere la città più accogliente.
Il come farlo è compito dei politici e dipende dalla situazione attuale, che cambia di città in città: da un buon uso della tassa di soggiorno (e qualora esista di quella di ingresso) al destinare risorse ordinarie (tipo parte della tassa di occupazione suolo pubblico pagata dai commercianti del centro); fino a chiamare in causa se necessario i commercianti locali, ognuno per quel che gli compete, a iniziare dal problema creato da tutti coloro che vendono generi alimentari da asporto, con imballaggi che finiscono nel pattume pubblico del centro.
Pianificare dunque è una parola d’ordine.

Far finta di nulla e proseguire con provvedimenti tampone non è una politica vincente in nessun posto, prima o poi qualcosa si inceppa.
Per fortuna a Matera ci sono tanti operatori, cittadini e politici intelligenti, capaci di far migliorare la situazione. Speriamo bene!

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