A Matera si continua ad assistere all’esatto contrario di quanto paventato negli ultimi anni nel campo culturale-turistico. Se ne parla costantemente anche sui media locali.
E’ la febbre del turismo, una malattia di recente scoperta contro cui non si è ancora trovata una cura efficace, meno che mai vaccini preventivi.
Quando in una destinazione il turismo inizia a tirare, ecco che tutti i sintomi già studiati in tanti altri casi si manifestano, oramai in modo del tutto prevedibile: invece di cercare di mantenere in salute un luogo tenendo a mente i limiti fisiologici esistenti, si assiste a una gara a chi fa l’annuncio più roboante, invece che a pensare con attenzione a pianificare.
Ma non tutto va bene purché di un luogo se ne parli; quello è marketing, sono due materie diverse.
Il capodanno di rai 1 a Matera su cui la Regione sta trattando sarebbe interessante capire quali logiche asserva, posto che è noto che in quel periodo è già tutto pieno e che Matera in questo momento non ha bisogno di ulteriori vetrine costose, ma di un lavoro possibilmente partecipato e ben pianificato legato a dei flussi di qualità. Che non è un atteggiamento snob, è il giusto equilibrio fra la necessità di minimizzare gli impatti e la doverosa attenzione nel far girare l’economia.
E invece è una continua panotmima, a parole tutti contro gli eventi, poi di fatto si propongono solo eventi spot. Molto più interessanti rassegne come quella appena conclusasi, quel “tu non conosci il sud” che è stato molto partecipato e ha permesso alla comunità di confrontarsi su temi sociali importanti e di crescere.
Ma cosa accade nei piani alti dove si decidono le politiche di questa zona?
L’impressione è che la situazione stia peggiorando; se nel mio studio scritto a quattro mani con Stefania Clemente e contenuto nel volume a cura di Roberta Garibaldi “il turismo culturale europeo: città rivisitate” avevamo notato come fra i diversi attori, nel settembre 2014, c’erano alcuni problemi di interazione, specie per quanto riguardava l’azione solitaria dell’APT, ora dopo un anno sembra un tutti contro tutti; ognuno va avanti per la sua strada e pare progettare cose simili, pur di dire che la pensata viene dalla sua parrocchia, e non da quella avversa.
Di mezzo, ovviamente, ci va solo la destinazione e i suoi abitanti.
Intanto, vista la mancanza di ricerche puntuali sul turismo a Matera, ho assegnato ai miei studenti universitari alcune ricerche sociologiche su tematiche di attualità legate al turismo a Matera. Stanno facendo un buon lavoro, e questo fa ben sperare. Più avanti presenteremo il tutto.
Posted by raffaella on 1 dicembre 2015 at 15:16
la RAI dovrebbe pagare al Comune di Matera per poter avere una vetrina come la nostra città ormai desiderata da tutto il mondo. Quei soldi potrebbero essere utilizzati per strutturare e pianificare il tutto per avere una giusta organizzazione e rilanciare l’economia lucana e non solo quella materana. Occorre pensare a Matera come porta d’ingresso del turismo Lucano.