L’estate materana sembra aver dato una scossa alla novella capitale europea della cultura, il turismo appare in crescita. La cautela che uso non è per mettere in discussione una percezione comune che condivido ma è per prendere la distanza da chi propone ragionamenti basati su numeri che presi da soli non dicono nulla; il turismo è un fenomeno complesso e va trattato in modo articolato.
Trovo preoccupante l’entusiasmarsi per dati poco significativi, come il guardare solo ai dati ufficiali degli arrivi; o gli ingressi di un museo. Questo modo di approcciare il fenomeno turistico è preoccupante, ancor peggio usare tali dati per campagne di marketing mascherate da analisi.
Provo a delineare alcune osservazioni e possibili linee di indagine, giusto le prime che mi vengono in mente. Alcune di queste le approfondirò nel corso dei prossimi mesi. E altre salteranno fuori e chiederanno la degna attenzione.
1) La percezione che a Matera ci sia un boom perché gli alberghi sono pieni per diversi mesi troverà sicuro riscontro nei dati ufficiali a fine anno, ma questo dato da solo non ci dice nulla. E’ ovvio che in una località fino a pochi anni fa non meta di grossi flussi, un’impennata avrebbe facilmente riempito le poche strutture presenti. E’ un dato relativo. Sarebbe molto più interessante capire dove hanno aperto e dove stanno aprendo le nuove strutture ricettive, le diverse tipologie, i possibili impatti; quali territori dell’area vasta di Matera2019 iniziano a fare rete e quali no (la fascia jonica, le località pugliesi poco distanti, i paesi del materano nel circondario…) E intanto leggiamo di richiami sulla necessità di incrementare i posti letto in città, apripista di qualsiasi ragionamento legato esclusivamente all’industria del mattone.
2) Le statistiche turistiche relative alla ricettività, da quando nel 1963 sono state delineate dall’attuale UNWTO, non tengono conto degli escursionisti. La percezione è che questo fenomeno, difficilmente quantificabile, sia fondamentale per poter ragionare sugli assetti da dare alla città da un punto di vista di pianificazione. Lo stesso vale per il turismo organizzato, più facilmente pianificabile e direzionabile, rispetto a quello individuale.
3) I turisti indivudali hanno delle modalità di viaggio ben analizzate, che svincola dall’industria turistica in senso stretto e cerca molto di più esperienzialità, alias autenticità. Spendono i soldi in modo libero e sganciato da pacchetti tutto compreso o flussi eterodiretti. Il turista che viaggia in gruppi organizzato non ha facoltà di scelta. Questa differenza premia operatori locali differenti, sarebbe interessante analizzare com’è lo stato dell’arte e cosa ne pensano gli operatori locali.
4) “Aumento di flussi” è un concetto utile solo all’economia, non ci dice nulla sul tipo di turisti che stanno arrivando. Conoscere che tipo di turismo sta arrivando, e quali sono i gusti dei turisti che visitano Matera, può servire a capire tanti aspetti, in generale ci aiuta a comprendere che tipo di città possiamo attenderci nel futuro. Ma anche dove bisogna intervenire. Più cibo e meno cultura, sembra al momento il mood verso cui si tende.
5) Per qualche strano motivo, a differenza di altri settori del commercio, si sta sottovalutando (e in genere non si analizza mai in tempo) l’impatto più problematico legato al turismo: l’effetto “gentrification”, che pure è già ben visibile in città, con prezzi che sembrano essere schizzati alle stelle sia nel settore immobiliare che ristorativo. Ma è così? Sarebbe interessante approfondire ora prima che diventi troppo difficile intervenire.
6) “A Matera bisogna realizzare le infrastrutture perché se no i turisti non vengono” è un altro dei falsi miti su cui ogni giorno qualche improvvisato “esperto” di turismo si muove. Finché il ragionamento è all’inverso, cioè sono i materani che non hanno un sufficiente collegamento con vari nodi di trasporto e si intende approfittare dei riflettori accesi sulla città per proporre un piano infrastrutturale di collegamenti, è ancora logico discuterne (magari aggiornando ipotesi vecchie ai nuovi contesti e alle nuove esigenze invece che ragionare per slogan). Ma dire che i turisti non vengono a Matera perché mancano i collegamenti X e Y significa non sapere di cosa si sta parlando, e di apprendisti stregoni che pensano che il turismo sia una materia intuitiva in cui tutti possono cimentarsi dall’oggi al domani, ne farei volentieri a meno. I turisti se vogliono arrivano anche nella giungla, e ne arrivano anche in tanti, forse troppi. Prima di invocare infrastrutture bisognerebbe interrogarsi su che tipo di turismo si vuole, non pensarlo come un serbatoio infinito di soldi facili, per cui più ce n’è meglio è. Il turismo va pianificato e studiato come si fa quando si decide di impiantare un’area industriale in un territorio.
7) E’ noto che più si invocano collegamenti più si cerca un turismo di massa; è una strategia, magari ha anche senso invocarlo, basta sapere le conseguenze: al momento già si conta chi cerca la biglietteria per accedere ai sassi, chi si scandalizza perché il ristorante che cercava è in una grotta, chi cerca i sassi pur standoci già dentro e ti specifica che cerca quelli più primitivi.
8) Matera è l’unica località turistica che io conosca dove pur esistendo notoriamente due patentini per due distinti lavori, la guida e l’accompagnatore, le guide si inventano anche accompagnatori, snervandosi e non riuscendo bene, laddove un professionista del mestiere lavorerebbe ovviamente meglio. Ciò fa ovviamente comodo alle agenzie che in tal modo pagano solo uno stipendio; e le guide non sembrano tirarsi indietro, al di là dell’aumento di stress comprensibile. Sarebbe interessante capire se la città si propone come apripista per l’eliminazione di un mestiere e di un patentino, o se è ipotizzabile far tornare l’organizzazione turistica in città nell’alveo della normalità
9) Dopo i tanti esperimenti degli ultimi anni, come va il tentativo di organizzare il traffico in modo diverso rispetto al passato? Quali progetti stanno per essere messi in atto? O la chiusura di una viuzza del centro è l’unico atto pensato dalla nuova giunta comunale? (a parte il saggio progetto bipartizan di non far arrivare gli autobus in centro, che però chissà quando vedrà la luce perché necessita di un treno che passsi con cadenza quasi da metropolitana).
10) Come si rapportano i giovani al tema del 2019? Li riguarda? Lo vedono come un obiettivo per un futuro migliore? O prevalgono istinti sociali di diffidenza e/o di indifferenza? Siamo in un periodo storico dove i giovani non sembrano guardare al futuro come opportunità ma come minaccia. E a Matera gli atti vandalici all’interno di spazi pubblici sono sempre all’ordine del giorno (il palazzotto del casale, gli spazi del Circo…). C’è altro che possa legare i temi della cultura e del turismo con i giovani?
11) Il turismo post moderno è legato al tema dell’esperienzialità. Per vivere delle esperienze serve incontrare sul proprio cammino realtà attive con cui relazionarsi, non solo alberghi e ristoranti. Il patrimonio pubblico materano è unico al mondo, è raro trovare un luogo dove l’istituzione abbia un potere così forte di decidere cosa far attecchire e cosa no. Qual è lo stato dell’arte? Quali sono le attività che permettono uno scambio relazionale? A prescindere dagli spazi concessi per attività commerciali, cosa c’è a disposizione di chi vuole fare cultura e arte non solo per motivi meramente economici? In Europa (a anche in Italia) aumentano le concessioni di spasi abbandonati dati a realtà culturali e/o artistiche per potersi esprimere senza doversi per forza confrontare da subito col mercato. Al momento l’unico atto concreto noto è lo sgombero di un centro sociale che da diversi anni offra cultura a chi vuole, autoctoni e forestieri, non mercificata.
12) A tal proposito nell’ultima accesa campagna elettorale amministrativa, l’unico punto su cui i duellanti erano d’accordo riguardava il non far divenire i Sassi un luogo esclusivamente turistico. Ovviamente per far ciò c’è bisogno di un ruolo attivo da parte delle istituzioni, che specie a Matera possiedono in concessione gran parte degli immobili dei Sassi.Sarebbe interessante capire al di là delle roboanti prese di posizione della campagna elettorale, quale idea per i Sassi si intende portare avanti.