Da quando è diventata materia regionale, il turismo non trova più un suo spazio nazionale. Nel dossier di sintesi degli interventi della legge di bilancio realizzato dai Servizi Studi di Camera e Senato, che elenca tutte le misure della legge di bilancio divise per argomenti, il turismo non è mai menzionato, né come tema né nel testo.
D’altronde nella legge di bilancio di turismo non si parla quasi mai, eccezion fatta per il riferimento alle strutture turistiche site nelle zone colpite dal sisma che hanno una proroga a finire gli impianti antincendio. Poi ci sono altre misure che possiamo far risalire al turismo come alcune norme legate agli stabilimenti balneari o agli alberghi ma per saperlo bisogna spulciare l’intero testo della Legge di Bilancio in cerca di qualche altro comma riferibile al settore turistico.
Certo sotto la voce turismo ricadono tante di quelle possibili voci che lo rendono un termine trasversale di difficile gestione , ma da qui ad arrivare alla sua scomparsa è un salto che non credevo possibile.
Né il cambio di Ministero che se ne deve occupare, dalla cultura all’agricoltura, ha al momento portato grande innovazione. In attesa da gennaio dell’attuazione dello spostamento della Direzione Turismo dal mibac al mipAaft, nella legge di bilancio la tabella 12 attribuisce gli stessi soldi dati nel 2018 al turismo: 44 milioni di euro (pare sia il 5% del totale dei fondi che il mipaaft gestirà).
Di questa somma all’ENIT andranno circa 31 milioni di euro (= all’anno scorso), il resto alle spese del futuro dipartimento; l’unica novità è il doppio dei soldi al C.A.I. (2 milioni all’anno invece di 1).
Con tutto il rispetto per il lavoro del Club Alpino, mi pare troppo poco come novità, per un settore trainante dell’economia italiana. L’impressione è che stando così le cose, non c’è cambio di politica o di ministero che tenga, il turismo resterà delegato a sparire dagli orizzonti della politica nazionale.
La domanda che mi pongo è sempre la stessa da anni, e non varia col variare dei governi: non sarebbe il caso di rivedere quella scelta (scellerata) di renderlo esclusiva materia regionale?