Primo giorno di viaggio, una vacanza all’insegna della stesura delle bozze del mio nuovo libro dedicato alla ricettività extralberghiera. Come sempre il titolo non c’è ancora quindi questa serie di post si chiamerà così.
In mattinata il solito impazzimento per avere info corrette su vari bus, che non sai mai ad agosto se partono o meno. Ma lo faccio da turista, seduto ai tavolini di un bar.

Vince il Guinness della follia la Grassano, che non sa dirmi se un bus parte o meno, sul loro sito ci sono due avvisi contraddittori, cose da pazzi. Mi salvano le FAL, mi rilasso e vado a chiudere lo zaino. E finalmente si parte , 38 gradi che sopporto solo perché me li sto lasciando alle spalle.
Durante il viaggio controllo i paragrafi iniziali , dedicati al tentativo di comprendere cosa significhi in fondo ricettività extralberghiera. Credo che potrei fare un quiz sul tema, dando per scontato che nessuno vincerebbe! Curiosi? Lo spero.
È la parte più delicata del libro, riflessioni generali con un excursus storico normativo doveroso e un passaggio per me fondamentale sulle cornici concettuali.
È un libro che vuol far riflettere, non certo solo un manuale, nell’era in cui tutti si autoproclamano esperti di turismo ma non sanno neanche l’ABC.
Il primo tratto è fatto. Ora bisogna aspettare la SITA che mi porterà in un posto imprecisato di Melfi, visto che le due fermate segnate sul loro planning non esistono su google maps. In compenso la partenza da Potenza la trovo su google ma nella realtà ha un’altro nome. Vabbè, per fortuna basta chiedere agli autoctoni.
Arrivo al tramonto , oltre 5 ore per percorrere 100 chilometri. Check in, doccia, discorso di mattarella e poi aglianico, cibo buono e prezzi decisamente alti. Non credo sia colpa del turismo, forse sarà l’effetto fiat. Indagherò!