La seconda giornata di vacanze mi ha visto alle prese con la domanda principe del mio nuovo libro: cos’è il settore extralberghiero? Quasi quasi lancio un quiz per vedere ognuno di voi cosa ne pensa.
Avevo già scritto delle bozze e fatti vari studi che oggi ho approfondito, inizialmente sotto l’ombra di un pino.

Un vero rebus, poiché da qualsiasi lato la si voglia prendere, la materia sfugge di mano, non si riesce a creare una cornice valida.
Non più il numero delle stanze, non più il non essere un pubblico esercizio, non di certo il nonprofit, la saltuarietà o la non imprenditorialità. Ognuna di queste cornici concettuali va bene per alcune strutture ma non per altre.
Sarebbe bello pensare che sia l’informalità, ma purtroppo non è così. Ultimamente mi è sembrata fosse la possibilità di aprire le finestre, visto che negli ultimi hotel dove ho dormito ciò era precluso per preservare la climatizzazione.
Vi sembra che una casa per ferie sia diversa da un hotel? Che un residence sia gestito in modo diverso da un piccolo hotel? Più approfondivo meno la differenza saltava agli occhi. E neanche fare riferimento al concetto di casa ha senso, se non giusto per due tipologie delle tante che ogni Regione ha in elenco.
Oramai le differenze sono talmemte minime che trovare una cornice concettuale valida sembra tempo perso. Oltre al fatto che ogni Regione ha normato come meglio credeva, creando forse ancora più caos.
Eppure se non partiamo da qua, di cosa stiamo parlando?
La giornata è stata allietata da una pioggia pomeridiana che ha abbassato le temperature , pulito l’aria e reso piacevole e scorrevole la scrittura.