L’hostel il Tetto e un’oasi di tranquillità, l’ideale per poter scrivere in pace, in pieno centro storico e alle spalle della cattedrale di Melfi. D’altronde i locali sono stati messi a disposizione dalla diocesi. Personale cortese, servizio discreto, luogo accogliente.
Insomma a parte la colazione che non è mai il punto forte degli alberghi economici (eccezion fatta per l’ottimo miele di un’azienda poco distante), bilanciato dal fatto che sono soci di banca etica e fanno lo sconto agli altri soci, direi che sono proprio contento della scelta.
Ma è un ostello (hostel, scritto sul loro sito) o un albergo, come è scritto dietro la porta in camera?
Se non capisco male la risposta, è nato come ostello e oggi si sta trasformando in albergo, cosi hanno voluto giocare col nome.

Nel libro sto affrontando proprio il tema dei termini delle strutture: dell’uso che ogni gestore fa della propria struttura; della sovrapposizione di strutture ufficialmente differenti ma in pratica molto simili fra loro; del fatto che spesso le terminologie ufficiali sono vetuste e i gestori preferiscono usare altri termini più moderni e avvincenti.
Oltre quindici anni fa a Napoli c’erano hotel che si spacciavano per bed and breakfast perché tirava di più il b&b; oggi a Matera tutti gli affittacamere si fanno chiamare residence o altri nome esotici.
Insomma grande confusione sotto questo cielo. Ma il libro lo sto scrivendo proprio per questo!