il Vagabondo e Matera 2019 – 2) il bando

Continua il mio personale racconto di cosa è stata l’esperienza di Matera 2019 per me e per il Vagabondo. Se nella prima parte avevo volto lo sguardo a tutto quanto accaduto prima del 2017, in questa seconda puntata vi parlo dei primi 6 mesi dell’esaltante anno 2017. Sì, vi capisco, ho riassunto in unico post tanti anni di attività e ora invece dedico un intero post a mezzo anno. Ma il 2017 è stato un anno speciale per noi del Vagabondo.

Eh già, perché nella primavera del 2017 siamo diventati ufficialmente uno dei 31 possibili project leader cui veniva richiesto di realizzare una produzione innovativa di livello internazionale.

Il bando era stato annunciato a fine aprile e segnava il possibile sblocco delle attiivtà paralizzate per un anno a causa del conflitto esploso prima e ancor più dopo la campagna elettorale comunale del 2016. Si era chiesto a gran voce la testa di coloro che avevano permesso a MAtera di vincere. LA teoria, sì lo so dall’esterno sembrerà strano ma è andata così, era: MAtera avrebbe vinto anche da sola perché è bella, voi siete forestieri e non amate la città quanto noi, alla guida del progetto devono esseci solo materani e via dicendo. 

Tralascio i miei pensieri su quanto questi pensieri, all’epoca maggioranza, stridessero con il ruolo di capitale europea della cultura.

call 2017

Per partecipare al bando si doveva decidere e puntare solo su uno dei progetti inseriti nel dossier Matera 2019. Tempo a disposizione: meno di un mese.

Scegliere il progetto che avevo scritto nel dossier di cui vi ho parlato nella prima puntata, seppur solo in forma di partner, fu l’idea iniziale. Pochi rischi, il che per una realtà valida ma piccolina come la nostra andava più che bene.

Ma nonostante molte riunioni in tal senso con chi poi ha vinto il bando, ci siamo resi conto che l’idea progettuale andava sempre più in altre direzioni e per noi non c’era spazio. E allora con un po’ di audacia e un pizzico di follia abbiamo deciso di presentarci in prima persona.

Ma per quale progetto?

Durante paesaggi lucani avevamo anche realizzato il game materopatia, cui aveva collaborato uno dei più importanti game designers internazionali, Cristopher Sandberg (the company p) che a sua volta aveva coinvolto Mike Pohjola.

E così abbiamo scritto la bozza di un progetto legato agli heritage games, contattato possibili partner e ci siamo presentati, speranzosi di riuscire ad essere scelti pur sapendo che la concorrenza su ogni progetto era agguerrita.

23 maggio 2017 chiude la call

Un mese dopo la vita del Vagabondo è cambiata. Il bando era vinto e bisognava lavorarci seriamente. Era l’estate del 2017 e un sogno prendeva forma. Eravamo diventati uno dei project leader e le aspettative su tutti noi era molto alta.

esito call 2017

Noi provammo a concentrarci sul da farsi poiché a fine anno ci sarebbe stata una nuova call dove bisognava presentare il progetto completo. Ma intanto il conflitto era iniziato e se da una parte noi come tanti si cercava di prendere le difese di chi stava portando avanti un progetto così complesos in un clima così beligerante, dall’altro non possiamo neanche dire che tutte le scelte gestionali fatte dalla fondazione siano state condivisibili.

Quindi sì, se prima vi siete domandati se potevamo evitarcela e restarcene lontani e al riparo, effettivamente potevamo.

Ce la siamo andata a cercare, in fin dei conti.

Ma siamo contenti di averlo fatto, al di là delle tante problematiche e criticità trovate lungo il percorso.

In Europa delle beghe locali frega poco.

P.S. QUESTE ULTIMI FRASI LE PENSO ORA MA RESTERANNO VALIDE SE RIAVREMO INDIETRO I SOLDI SPESI INDIETRO A BREVE… ! 🙂

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