Il turismo e il gioco

Play Alghero, brand del progetto internazionale MED GAIMS GAmifIcation for Memorable tourist experienceS che ha coinvolto diverse altre città che si affacciano sul Mediterraneo, è giunto alla fine della sua lunga fase di gestazione. Ora bisogna far giocare le persone, magari convincendole a pagare per fruire delle diverse esperienze ludiche previste. Lo scopo del progetto è lanciare un nuovo modo di fare turismo, anzi direi un nuovo strumento che può arricchire l’offerta turistica di un luogo.

Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tifiamo per la Fondazione Alghero che gestirà questa fase cruciale.

Come ha sottolineato Fabio Viola alla conferenza di presentazione i numeri delle persone che giocano a qualcosa è in crescente aumento in Europa, il panorama dei giochi è in continua evoluzione, così come il business attorno a questa nuova moda.

In pochi decenni siamo passati dall’emozionarsi per l’innovazione vettoriale di Asteroids a giochi sempre più complessi e dalle grafiche curate. Ma le esperienze di giochi legati a una destinazione turistica sono ancora poco noti, nonostante ci siano illustri precedenti, come i libri-gioco su varie città del mondo tipo WhaiWhai. Eppure manca ancora qualcosa.
Come scrissi nel 2019 in uno studio per un convegno internazionale tenutosi in Montenegro, mentre gli appassionati di giochi di ruolo dal vivo (l.a.r.p.) sono disposti a spendere diverse centinaia di euro per partecipare a l.a.r.p. di almeno 3 giorni in giro per il mondo (cui aggiungere le spese di viaggio), per giochi urbani pensati per i turisti la situazione è differente. I l.a.r.p. ti spingono ad andare nella location prescelta, e magari poi a rimanerci anche qualche giorno in più. Per i giochi urbani invece, se escludiamo il fenomeno escape rooms che ha avuto il pregio di creare una moda diffusa in tutto il mondo e gli appassionati pagano per andarci, difficile che qualcuno vada in un posto per fare un gioco che può durare alcune ore, per di più pagare. Lo stesso vale per i viedogiochi pensati per valorizzare un luogo, giocando nella destinazione dove è ambientato.

Digital Canvas

D’altronde il consumatore va creato. Non è ancora riconosciuto in modo trasversale che esperienze similari, al pari del cinema o del teatro, di un concerto o di una visita al museo meritano di essere pagate.
Prendiamo una delle creazioni che ha fatto furore nella due giorni di presentazione di Play Alghero: Digital Canvas, ideato da Marco Montanari e altri: i bambini sono rimasti entusiasti, la torre dove il gioco è stato istallato era sempre piena di bimbi che poi uscivano felici, e i genitori con loro. È indubbio che vale un biglietto di ingresso, per poter pagare almeno il personale che dovrà ora tenere aperto e gestire il gioco, sarebbe assurdo non capirlo. Anche il videogioco Angelica e il re degli Algiroidi dei fratelli Meloni o il librogioco Smith. The missing sketchbook di Adele Giacoia e Sergio Vernagallo, che vanno giocati per le strade di Alghero e hanno un costo contenuto, spero vengano apprezzati e valorizzati dai turisti.
E chiudo parlando della nostra creazione, Alghero Urban Game, gioco urbano immersivo, due ore o poco più di divertimento, interazione, misteri, passeggiate, spunti curiosi, frutto di lunghe ricerche e intenso lavorio legato alle meccaniche del gioco e al design. Pensato per un pubblico adulto e famiglie, da giocare divisi in squadre. Una produzione costosa e una riproduzione di ogni partita che ha un costo, sebbene abbiamo lavorato per tenerli al minimo. Almeno 10 euro per girare nel centro storico, immergersi nella storia, divertirsi, socializzare con altri giocatori, sfidarsi, fare le missioni, risolvere gli enigmi… È anche poco come prezzo.
I giochi urbani da diversi anni si stanno diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia, specie nelle città d’arte. Qualcuno riesce far pagare, ma difficilmente sono turisti, al piu amici o soci della propria associazione.

Nel nostro caso sono giochi articolati, difficili da strutturare perché itineranti, impreziositi spesso da performance attoriali che mettono in scena i personaggi della storia, con un design ben curato.
La sfida dunque è questa: creare la voglia di pagare per partecipare a queste esperienze uniche.

Play Alghero può essere un bel punto di partenza, confido che la Fondazione Alghero che gestirà i giochi faccia da apripista, è tempo di occuparsi di comunicazione e marketing.

Tutte le info su www.playalghero.it

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