Compartir el coche

Una della attività che più mi sono piaciute in questo viaggio è stato compartir el coche, cioè viaggiare a bordo di un auto che faceva il mio stesso tragitto e il cui autista grazie al web aveva messo un avviso in uno dei tanti siti specializzati in questa attività.

Eravamo io, un gallego che andava a fare una sorpresa alla sua ragazza, e il guidatore, un giovane valenciano dalla guida accorta (vedi ad es. siti come: http://www.blablacar.it).

Quasi 400 chilometri a parlare di un po’ di tutto, a sentire buona musica, a confrontare Italia e Spagna; temi di attualità e chiacchiere più leggere, attività e sogni,come se fossimo vecchi amici e non3 illustri sconosciuti che si erano stretti la mano la prima volta poche ore prima , dopo esserci scambiati 3 o4 messaggi via e-mail e poi via sms.

Siti del genere esistono da diversi decenni, ricordo studenti dell’Europa centrale che nei primi anni novanta viaggiavano spesso in questo modo utilizzando i collegamenti virtuali della rete telematica.

Sarà per la crisi, ma oggi questa antica idea, che il gallego ha giustamente ribattezzato l’autostop dell’era moderna, sta abbastanza funzionando in Spagna, in più grazie all’avvento delle reti sociali del web, mentre prima i siti erano semplici bacheche di annunci, ora dopo il viaggio ognuno dice la sua sugli altri partecipanti.

Se ci riflettiamo, il nome dato in spagnolo che ricorda la condivisione di uno strumento e non l’utilizzo unidirezionale da parte di un viaggiatore come era l’autostop, rende molto di più il tema della reciprocità, del mutuo vantaggio, dello scambio.

Staremo a vedere se sono mode passeggere dettate dalla crisi o meno, nel frattempo l’auspicio è che mezzi come questi si diffondano, nel modo più partecipativo e meno consumistico possibile. Poi qualcuno proverà a farlo diventare business, come avvenuto in tanti altri settori (penso alla condivisione dei file audio o video, dei libri…) e anche qua sorgerà il solito problema che per fare un business si deve prima far passare per fuori legge o per senza coscienza (gente che non ha a cuore l’economia di un paese…) coloro che si permettono di fare un’ attività per il puro piacere di farla, senza inserirci fini di lucro; poi si passerà a restringere gli spazi di manovra con leggi ad hoc contro tutto ciò che non ha a che fare col profitto.

Lo chiamano capitalismo, e mi dicono funziona nello stesso modo da quando almeno 6 secoli fa decisero che le terre comuni (dove la gente era usa coltivare assieme) non andavano bene e bisognava recintarle e renderle private per far girare l’economia (solo di alcuni…, ma questo in genere non viene detto).

P.S. Un interessante articolo sulla situazione in Italia lo trovate a questo link:

http://www.ilcambiamento.it/trasporti/crisi_caro_benzina_boom_auto_condivisa.html

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