Per me, quando mi lascio alle spalle la casa e sento chiudersi dietro di me il portoncino verde che affaccia sui Sassi.
Lo zaino pesa, ma avrò senza dubbio dimenticato qualcosa. O almeno, questo è quello che mi ripeto ogni volta.
Assieme al timore, fisso, di arrivare in ritardo, di aver sbagliato giorno, di non aver con me il biglietto…
Per arrivare al porto mi offre un passaggio una viaggiatrice che sta raggiungendo amici al mare poco più a sud; i tempi coincidono, finiamo dopo diverse peripezie in una caletta senza nome, immagino nota solo a chi vive in zona. Meglio così. Mai dare troppe indicazioni ai turisti!
Al porto di Bari le indicazioni sono invece chiare: imbarco Albania, piano terra; imbarco Croazia e Montenegro: primo piano. Salgo su, volti stranieri in attesa e un bar aperto.
Dopo mezz’ora gli uffici sono ancora chiusi, eppure ricordo che mi han detto che doveva essere già aperto da tempo l’imbarco. Chiedo a una donna delle pulizie, lei mi guarda stupita e mi dice che gli imbarchi sono solo giù. Le scritte, evidentemente, un optional.
E’ tempo di riattraversare di nuovo l’Adriatico, il viaggio è bello che iniziato.