Paesaggi Lucani ha reso omaggio a uno dei paesi più significativi della Basilicata: Tricarico, Scotellaro ma non solo.
Organizzata grazie all’ausilio di un altro Rocco, giungiamo in paese dopo aver percorso i dolci declivi della collina materana.
In alto, punto di riferimento, c’è la torre normanna che svetta, a ricordarne la possenza del passato.
Da lassù si possono ammirare le terre di questa regione, con il giallo in questo periodo che fa da colore dominante.
Due cicogne nere solcano maestose il cielo azzurro.
Topinambur e rucola piantate vicino all’ingresso del complesso che ospita le mostre.
E’ il custode che ti porta ovunque, per darci uno spaccato in chiaroscuro di quanto c’è di buono e di quanto manca.
E ci fa vedere un luogo dove domina la scritta “silentium”, monito ideale per ascoltare la storia triste della mezza monaca.
Nel complesso della torre una sala dedicata a mostre anche di livello dei fotografi che hanno immortalato la Lucania, ognuno con la sua sensibilità. E un enorme macchinario made in Naples, addirittura della Sanità, il quartiere di Totò.
Tricarico è incontrare la nipote di Mazzarone che mi accoglie in casa e poi il tempo di vestirsi e viene ad aprirci il ricco centro di documentazione dedicato al sindaco poeta e al sud in generale.
Sono le lacrime di chi non sapeva che la mostra di Bresson è finita la settimana scorsa.
E’ la nascita di idee per fare progetti assieme.
Sono i regali del Centro per la nostra biblioteca e la tesi di Ciri in bella mostra.
Bambini che giocano nei vicoli, sorridenti.
Rabatana e orti saraceni a ricordare il passato arabeggiante, qui come a Tursi.
La casa di Scotellaro, con una poesia poco leggibile e una lapide sobria ma chiara.
E’ il signor Innocenzo, un tempo emigrato e oggi fiero di raccontarci dei suoi luoghi natii e peccato che dobbiamo andar via.
O la signora del forno che rialza la saracinesca per noi ritardatari in cerca di focaccia.
Ma anche piante di pomodoro nei vasi di piazza Garibaldi.
Torneremo presto a Tricarico per incontrare di nuovo le sue storie e magari chissà, creare qualcosa di bello.