Imprevisti di viaggio. Al sud.

Sono partito pochi giorni fa con abiti pesanti e mi ritrovo sul piazzale degli autobus di Roma Tiburtina con un bel sole primaverile e una luce accecante che non mi fa leggere con facilità la corsia dove partirà il mio autobus. Provo a schernire l’abbaglio col biglietto vicino agli occhi e mi pare di leggere un 5.

Giunto sulla pensilina trovo effettivamente il bus della compagnia e chiedo all’autista dove metto il bagaglio per Matera.

E lui, sorpreso: veramente non andiamo a Matera

Ah… in che senso?

E lui secco: la domenica il pullman si ferma a Potenza, non prosegue per Matera. La posso lasciare a Potenza.

Io gli faccio notare che ho fatto un biglietto per Matera ma che magari ho sbagliato. Controllo il giorno; è quello giusto; l’autista conferma. Mi chiede dove l’ho comprato poi, saputa la risposta, mi dice che anche in passato era successo che sul sito trovava la corsa per Matera la domenica, anche se non c’era; ma che pensava l’avessero sistemato.

Mi ribadisce che va a Potenza, che devo farmi venire a prendere. Io per fortuna sono una persona del Sud e so che arrabbiarsi non serve a nulla, l’intuito mi spinge verso altre modalità d’interazione. Faccio una smorfia dubbiosa, dico che apprezzerei se chiamassero un responsabile della ditta per capire se c’è una soluzione e se no pazienza, mi fermerò a Potenza.

In fondo un viaggiatore è tale se non si scompone di fronte agli imprevisti. Salgo, si parte.

Dopo un po’ il secondo autista mi porta dell’acqua per scusarsi dell’inconveniente e mi dice che stanno cercando una soluzione. Giornata splendida, guardo fuori dal finestrino i bei paesaggi, aspetto paziente e mi godo il viaggio finché non risale. Mi dice che hanno svelato l’arcano: ho fatto un biglietto per il mese dopo… alias il problema è mio, non della ditta. E io… Beh lasciam perdere.

Mi scuso imbarazzato e mi chiedo come sia possibile che abbia fatto pochi giorni fa un biglietto scegliendo un mese diverso da quello attuale; quasi non ascolto il resto della conversazione in cui l’autista mi sta dicendo qualcosa circa un possibile passaggio.

Poco prima di Napoli c’è la sosta, scendo a prendere un po’ d’aria e decido di approfondire cosa mi stesse facendo. Mi spiega che uno dei loro autisti dovrà recarsi a Matera in serata per poi prendere servizio il giorno dopo e potrebbe darmi un passaggio, ma mi avverte: dovrò aspettare circa due ore, finché non parte. E di chiamarlo alle 21, non prima.

Ora, diciamoci la verità: immaginate di essere in un qualsiasi luogo in Europa o anche in Italia, che non sia il Sud; di aver creato panico in un’azienda, di domenica ora pennica, per un biglietto che voi avete sbagliato. Credete che abbiano voglia di aiutarvi? Accade solo al Sud.

Si lo so poi c’è il familismo amorale, il clientelismo, le raccomandazioni e via dicendo. Ma anche tanto cuore.

Gli autisti hanno contattato un loro collega e gli hanno chiesto se può farmi un favore, a me viaggiatore sconosciuto che non ho nessun diritto di chiederlo, che in fondo me lo merito di essere lasciato a Potenza, che non sono un ragazzino indifeso nè uno sbandato, male che va trovo un alloggio e domattina riparto.

Quando mi si chiede perché adoro il sud, nonostante tutte le difficoltà, le istituzioni che non vanno, i problemi col lavoro, la risposta è sempre la stessa: perché c’è umanità. E se questa osservazione non vi convince allora continuo la storia.

Avevo mandato un messaggio a un amico che non vedo da tempo spiegando il problema e chiedendogli un consiglio sul dove dormire. Dopo un po’ mi chiama e mi dice che se ho bisogno dormo da loro. Io ringrazio, dico che forse mi danno un passaggio, che richiamo quando arriviamo.

Eccoci al terminal bus, l’autista premuroso mi ripete le indicazioni e mi suggerisce pure due bar in zona che dovrebbero essere aperti. L’aria ora è decisamente pungente, inizio a camminare, chiamo Michele per aggiornarlo, lui mi invita a casa loro per trascorrere l’attesa al caldo. Salta fuori un aperitivo e un bel po’ di aggiornamenti, poi poco prima dell’ora X mi riavvio verso la stazione per giungere puntuale. Mando un messaggio al numero scritto a mano su uno scontrino

Mi giunge subito risposta: ti sto già aspettando.

Mortificato accelero il passo, arrivo, mi scuso lui dice: sono venuto prima per non farti aspettare troppo e ti ho cercato in giro. Ora, sia chiaro, io non sono una persona che se resta in un luogo di sera non sa come cavarsela, specie se in una cittadina tranquilla. Alias poteva pure andarsene e nessuno gli avrebbe detto nulla, io meno che mai. E invece eccolo là, ed è pure arrivato in anticipo.

Io lo ringrazio e gli spiego che mi ero allontanato per cercare un po’ di calore e mi era stato detto che prima delle 21 non dovevo chiamarlo, vabbé mi apre il bagagliaio e si parte.

Finita qui? Macché! vengo a scoprire che questo giovane autista non solo mi sta dando un passaggio, non solo mi è venuto a prendere prima ma è anche venuto apposta a Potenza a prendermi perché se no avrebbe tirato dritto. Per carità, non è una grande variazione di percorso, ma l’ha fatta. E per chi? Per uno sconosciuto probabilmente un po’ rimbambito. E mentre chiacchieriamo , vengo a sapere pure che lui non sta neanche andando a Matera, ma vicino Matera. Quindi dovrà uscire apposta anche stavolta per quantomeno farmi entrare in città.

Non so se mi spiego. Gli dico ok grazie lasciami appena inizia la città, proseguirò a piedi. Come non detto, mi porta a casa.

Ecco, l’avevo detto, il Sud è un luogo meravigliosamente umano, forse perché siamo tutti in difficoltà e per questo istintivamente solidali.

Vabbè, che dire, nei viaggi gli inconvenienti capitano.

Alla fin fine è filato tutto ….Liscio

20 marzo 2019

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