Non amo le battaglie di Federalberghi ma la sentenza del Consiglio di Stato contro tripadvisor ha il suo pregio. Sono passati 5 anni da quando era partita la multa dell antitrust e ora è stata messa la parola fine. Il sito che ha rivoluzionato i rapporti fra gestori e turisti non può far credere che le recensioni apparse sul suo portale siano vere e autentiche. Qualcuno ne dubitava?
In passato ho scritto diverse volte del perché non amo il sistema delle recensioni in generale, ma almeno su altri portali scrive gente che nel luogo recensito ci ha dormito. Su TripAdvisor chiunque può scrivere di qualsiasi cosa , senza un minimo di reale controllo. Fa da contraltare senza dubbio la forza della statistica e in più occasioni TripAdvisor ha dichiarato di aver intensificato gli sforzi contro le recensioni false, che magari è vero ma intanto è nato un commercio di queste attività truffaldine che provano ad alterare gli esiti dei feedback onesti.
Il 15 luglio la sentenza: i claim usati da TripAdvisor sono tali “da influenzare i consumatori sin dal primo contatto ingenerando il falso convincimento dell’affidabilità delle recensioni pubblicate”. Fra le frasi contestate troviamo:
Non importa se preferisci le catene alberghiere o gli hotel di nicchia: su tripadvisor puoi trovare tante recensioni vere e autentiche, di cui ti puoi fidare. Milioni di viaggiatori hanno pubblicato on-line le proprie opinioni più sincere su hotel, bed & breakfast, pensioni e molto altro.
Vuoi organizzare un viaggio? Passa prima su TripAdvisor. I viaggiatori della community di TriAdvisor hanno scritto milioni di recensioni sulle loro vacanze migliori e peggiori che ti aiuteranno a decidere cosa fare.
TripAdvisor offre consigli di viaggio affidabili, pubblicati da veri viaggiatori.
Sia chiaro. Il poter recensire la qualunque da parte dei viaggiatori ha rivoluzionato il mondo del turismo e bisogna farci i conti, non trincerandosi dietro le critiche ma cercando di cavarne il meglio. Il problema nel caso del portale condannato è che nessuno deve dimostrare nulla per scrivere una recensione, per cui in teoria posso scrivere di aver mangiato benissimo nel ristorante di un amico pur non essendoci mai andato o malissimo di un hotel che neanche so preciso dov’è. Certo le persone normali non fanno cose del genere e le mie critiche di solito si concentrano sul fatto che bisognerebbe valutare il servizio in base a quanto è stato promesso: se mangio bene in una bettola che costa poco , dichiara di essere un luogo senza fronzoli, va valutata per l’aderenza a quanto promesso, non su valori assoluti.
Detto ciò, poiché c’è tanta gente che usa il sito come una bibbia, la multa ha un senso. Lo strumento è utile, ma esaltarlo come se fosse l’unica fonte di verità è un operazione di marketing che rasenta la truffa. Che sia chiaro.