Durante le audizioni nell’aula della Camera dei Deputati, il ministro con delega al turismo Dario Franceschini ha ricordato alcuni provvedimenti di cui ha beneficiato anche il settore turistico. Il fatto che non siano solo per il turismo ma trasversali è una cosa assolutamente logica, con buona pace di chi voleva un inutile stato di crisi o di chi quando legge le misure del governo se non trova scritto che sono ad hoc per il turismo si indigna non si capisce bene per quale motivo. Essendo la crisi trasversale, la gran parte delle misure è trasversale, ha un senso.

Per la prima volta le microimprese, molte delle quali lavorano in ambito turistico, hanno potuto ottenere 9 settimane di cassa integrazione per i propri dipendenti. Il fatto che si sa stata una misura trasversale non toglie che è stato un segnale importante anche per l’intero comparto turistico, al di là degli incredibili ritardi nei pagamenti, che però non è un problema nuovo, basta chiedere a qualche operaio. Bene anche il sostegno ai lavoratori stagionali del turismo e delle terme, oltre a guide e quanti lavorano nel turismo con propria partita iva.
E lo stesso varrà per i ristori sugli affitti e per quelli sul calo di fatturato, attesi a ore, anche qua nonostante un deplorevole ritardo. O per l’esenzione della TOSAP per 6 mesi, misura annunciata , vedremo se poi sarà contenuta nel decreto.
Ovvio non basta, il settore è in ginocchio.
Ed emergono richieste da alcune categorie che pur avendo fino a ieri cercato di rimanere il più possibile fuori dal novero del lavoro ufficiale nel turismo, ora chiedono ristori. Vale per i B&B o per chi esercita la professione turistica senza partita IVA; in pratica chi ha sempre agito preferendo la dicitura di integrazione al reddito.
Poi c’è chi quando va bene vuole essere lasciato libero di agire, e quando va male chiede soldi. E qui parte una riflessione. Il settore turistico normalmente funziona in questo modo: è iperliberista e vuole essere lasciato in pace dallo Stato su tantissimi aspetti, salvo poi chiederne l’aiuto quando c’è qualche problema. Un atteggiamento che mi pare alquanto strano, se non schizzofrenico quanto meno poco coerente.
Mi viene in mente come metafora un evasore incallito che però poi pretende quando sta male di essere curato dal servizio sanitario pubblico o che arrivino i vigili del fuoco quando ha un incendio a casa.
Poi ci sono i furbi, quelli che approfittano di qualsiasi occasione per portare a casa un risultato. Ma di questi parlerò in un prossimo articolo.
L’intervento statale per il turismo c’è sempre stato, ma è la prima volta che si deve intevenire per l’intero settore. In passato ci si concentrava nel supportare determinate situazioni o categorie. Per esempio per permettere di viaggiare a giovani e anziani che non riuscivano a permettersi una vacanza. In pratica lo Stato interveniva tramite incentivi o esenzioni fiscali. Ovviamente con il boom economico questi interventi sono stati sempre meno utili, il turismo nel suo complesso ha iniziato a funzionare secondo regole di mercato sempre più interessate a coprire anche le fasce più deboli; ad esempio il turismo giovanile ha potuto beneficiare di imprenditori interessati a offrire loro l’opportunità di viaggiare, dai voli low cost agli ostelli, per poi arrivare ai fitti di stanze su piattaforme tipo airbnb.
Non è un caso che associazioni storiche come l’associazione italiana per la gioventù è andata in crisi, in quanto oramai sostanzialmente inattuale nella sua mission originaria.
Credo sia un bene che lo Stato intervenga in un momento così delicato. L’auspicio è che quanto prima si possa tornare ad operare a pieno regime, ma se ne parlerà l’anno prossimo.
Al momento l’unica questione che resta delicata riguarda il fatto che sicuro quest’anno con numeri minori ci sarà probabilmente necessità di un minor numero di collaboratori. Sarà bene dare la possibilità di mantenere, almeno nel settore turistico, la cassa integrazione per quei lavoratori di cui non ci sarà bisogno. Ma difficilmente si troveranno risorse adeguate. Staremo a vedere.