Con l’arrivo del bel tempo i media e i siti specializzati rilanciano l’annoso dilemma del che fare quest’estate. Uno degli scenari possibili è che sarà possibile attivare forme di turismo capaci di assecondare le norme che verranno decise; affidandosi poi alla divina provvidenza che non accada nulla, più che alla scienza.

Il governo pare sia intenzionato a far ripartire tutti o nessuno, con buona pace dei molisani e di quasi tutte le province del Sud con contagi giornalieri che si contano sul palmo di una mano. C’era un’ipotesi saggia di testare alcune misure della fase 2 in alcune regioni del sud con numeri di nuovi casi minimi; sarebbe stato certo saggio per abituarci pian pianino alle novità, permttendo magari la mobilità dentro i Comuni, la riapertura dei Parchi e perché no la vendita al dettaglio, dove i rischi del contagio con le dovute precauzioni è minore rispetto al far spostare impiegati e operai pendolari. Ma pare sia tramontata.
Anche nel turismo pare si voglia permettere a tutti di viaggiare liberamente più in là, anche se come dicevo in un precedente articolo sarebbe meglio pensare a un turismo regionalizzato quest’anno, non come auspicio ma come obbligo. Per cui in attesa che nel nord l’epidemia rallenti davvero, niente scampagnate o gite al mare per i cittadini del sud.
Intanto chi si occupa di turismo preme per capire se e come più in là sarà possibile riaprire la propria attività. L’unica certezza al momento è che le frontiere sono praticamente chiuse, che i voli da e per l’Italia sono quasi del tutto bloccati. Il turismo interno aveva già delle buone percentuali, superiori al 50% su scala nazionale con ovviamente differenze regionali. Un flusso che potrà essere rafforzato da chi sarebbe andato all’estero e molto probabilmente non ci andrà.

Ma cosa bisognerà fare?
Le linee guida dell’OMS ricalcano le prime disposizioni emanate in Italia e sono provvisorie: per la precisione quelle per gli alberghi sono e datate 31 marzo, quelle per il food and beverage sono del 7 aprile. Saranno cambiate o resteranno valide? Di sicuro è su queste che si basano i lavori della task force governativa. E in alcuni Paesi, come ad esempio la Francia, sono ancora in vigore, basta andare sul sito del ministero del lavoro francese e le trovate.
Il ministro Franceschini negli ultimi giorni ha ribadito che si sta lavorando per avere queste prescrizioni. Ma nessuno fa miracoli quindi saranno probabilmente le stesse norme che già albergatori e altri stanno studiando tratte dai documenti dell’OMS.
Sono tante pagine ma il principio è semplice: pulizia e distanziamento sociale. Basterà? speriamo di sì per poter essere tutti più sereni ma il dubbio è lecito averlo, sia perché la scienza non ha ancora le idee chiare su nulla (e ci sta, inutile darle fretta); sia perché l’app Immuni al momento appare più una trovata psicologica che altro, anche perché non siamo in Vietnam; e sia perché la storia della patente immunitaria probabilmente è un’utopia.

Al netto di bufale o di teorie che non hanno ancora evidenze scientifiche, siamo passati dal basta lavarsi le mani alle mascherine, dal poter girare per strada senza problemi alle forti restrizioni. E quindi non si capisce bene perché nella fase 2 dovrebbe bastare quanto prima non è bastato. Ma lo speriamo tutti, ovvio.
Anche perché lo sappiamo, vacanze estive e distanziamento sociale sono per lo più un ossimoro, specie per le nuove generazioni! Puoi distanziare gli ombrelloni ma poi in mare? E le spiagge libere come saranno regolamentate? Ci sarà la protezione civile dispiegata? I possessori del reddito di cittadinanza? O le forze dell’ordine armate di tutto punto?
Anche questo è un aspetto non secondario. Un conto è qualcuno che ti ricorda che è bene stare distanziati, altro è avere una persona armata che ritiene che intervenire se due persone sono troppo vicine sia la giusta via. Sarebbero vacanze talmente allucinanti che passerebbe la voglia, più che per il rischio virus. Dei rischi che la paura blocca la voglia di viaggiare ho già parlato in un precedente post.
Quindi che si fa? Si permette a tutti di partire sperando che il sole sia nemico del virus? Mi sa che è l’unica via.
Tornando alle future norme, in alcuni casi saranno applicate dai gestori che intendono comunque salvare la stagione. Altri potrebbero decidere che il gioco non varrà la candela, specie nella piccola ristorazione se i criteri dovessero essere troppo penalizzanti. E c’è il rischio concreto che i prezzi da fare siano troppo alti e quindi a rischio di essere fuori mercato.
Poi ci sarà da definire come dovranno comportarsi le guardie mediche nelle località turistiche, aspetto non proprio secondario visto come è andata fino ad ora. E capire se sarà possiible realizzare eventi di aggregazione culturale di vario tipo, o se sarà un’estate di pura contemplazione della natura. Mi riferisco a festival, sagre, feste patronali, venti culturali e eventi sportivi. Insomma tutto ciò che rende più animata una vacanza. Al momento solo sui musei pare sia certo che riapriranno.

Insomma si è passati dall’overtourism all’undertorusim, ma invece di pensare solo a tornare a come era prima forse si potrebbe approfittare per cambiare qualche regola del gioco.
E chissà se a qualcuno verrà in mente che affianco alle misure di distanziamento e di igiene sarebbe il caso di incentivare anche nuovi meccanismi legati ai nostri comportamenti, che sia la mobilità sostenibile o il porsi il problema una buona volta degli accessi alle città d’arte.
Pare di sì, speriamo bene.