Per quest’anno, non cambiare stessa spiaggia stesso mare…

Stavo finendo di scrivere un articolo sul lungomare di Scanzano quando Legambiente ha pubblicato un interessante dossier sulle spiagge, affrontando il tema in modo articolato, come è giusto che sia. L’ho trovato molto interessante e vi pongo alcune mie brevi riflessioni, poi su Scanzano ci tornerò poi.
Ovviamente Legambiente nel dossier affronta anche il tema delle concessioni balneari. Ci voleva, visto che da mesi, anzi da anni, l’unica voce che ascoltiamo è quella della lobbie dei gestori dei lidi che continua a provare a convincerci che è sbagliato fare le gare d’appalto per l’affidamento dei lidi. In pratica per loro lo Stato deve regalargli un tratto di spiaggia da far fruttare a vita.
Si parla poi del rapporto fra lidi e spiagge libere. Trovo assurdo che non ci sia una legge nazionale unica che dica quanti lidi ci possono stare in percentuale rispetto ai chilometri di spiaggia esistenti in ogni Regione. Decidono invece le Regioni, 5 delle quali non hanno mai stabilito alcun limite. Eppure la spiaggia è demanio statale, per me dovrebbe essere lo Stato a porre un tetto massimo, lasciando poi alle Regioni di essere ancora più restrittive nei confronti del numero di lidi. Ovvio che una Regione stretta e lunga con molta costa avrà bisogno di meno tratti liberi rispetto a chi ha poco litorale e tanta gente che vi si riversa nei mesi caldi dai paesi limitrofi. Di questo parlerò poi nell’articolo dedicato al lungomare di Scanzano.
È poi assurda la situazione dei canoni. Nel 2022 il costo annuo nelle zona ad alta valenza turistica, a seguito dei doverosi aumenti decisi nel corso di questa legislatura, è stato fissato in 2,78 euro a mq per le aree scoperte, che sale a poco più di € 4,63 al mq se ci sono strutture facilmente amovibili e a € 6,17 nel caso di strutture di difficile rimozione. Almeno in teoria, visto che in diversi casi non è neanche disponibile il dato di quanto pagano realmente i lidi e molti stabilimenti pagano meno di 1000 € l’anno, direi scandaloso. In località come Ischia o Procida una cifra del genere si fa nel giro di pochi giorni, inutile girarci attorno.
Da 2 anni lo Stato ha deciso che il minimo è 2.500 euro l’anno, ma i canoni possono essere aumentati in corso d’opera mentre uno ha già un contratto in essere? Immagino di no, forse per questo la lobbie dei gestori dei lidi fa di tutto per farsi prorogare sine die la concessione (durante questa legislatura la destra aveva proposto fino al 2045, poi si erano accontentati di un compromesso al… 2035, fortuna che è intervenuta la Corte dei Conti a far notare che quella legge non era…. legale e ha fissato nuovi paletti con la scadenza tassativa e le gare da fare da qui a poco.
Ma chissà se questi nuovi dettami verranno mai rispettati dopo le prossime elezioni.
Poi certo ha ragione Legambiente a sottolineare che la tassa dei rifiuti dei lidi (e direi di tutte le attività stagionali) va calcolato solo sui mesi di apertura. Se tutto fosse fatto con un po’ di logica e non per raccattare voti si avrebbe un quadro più logico e accettabile per tutti.
La parte più bella del dossier riguarda comunque le buone prassi in ottica di sostenibilità messe in campo da tanti bravi gestori. Trovate il tutto a questo link:
p.s. se in futuro il link lo modificano e il rapporto non si apre, avvisatemi che provo ad aggiornarlo.