
Eccoci alla quarta puntata del mio personalissimo racconto legato all’esperienza avuta come ideatore e coordinatore del progetto heritage games, coprodotto dal Vagabondo e dalla fondazione Matera-Basilicata2019. Stavolta vi parlo di come è iniziata l’intensa annata 2018.
Per chi avesse perso le precedenti puntate le trovate a questi link
A inizio 2018 arriva l’esito finale sui progetti presentati. Se nel maggio precedente avevamo passato la prima selezione ed eravamo diventati project leader, a fine dicembre 2017 ci era stato chiesto di presentare il progetto definitivo, che sarebbe stato valutato per capire se era all’altezza delle aspettative o se andava modificato; o addirittura rigettato.
Noi andavamo come un treno, la time line era già pronta da settembre, il business plan e i ruoli pure. Dopo Copenaghen avevo lavorato con i vari partner ai dettagli. E nel frattempo avevamo conosciuto e voluto nel partenariato anche la giovanissima e valente realtà barese di TouPlay.
Il lavoro fatto pagò: primi assoluti in graduatoria (a pari merito con altri 2 project leaders). E non c’è niente di più appagante per una realtà del sud che essere valutata bene per quello che sta facendo e non sulla base di amicizie. Provare per credere.
Ma non erano tutto rose e fiori. I litigi all’interno e all’esterno erano costanti, in città si era passati dalla gioia collettiva del 2014 alla critiche su ogni aspetto, critiche per lo più ingenerose a fianco ad alcune decisamente puntuali. E noi invece di poterci fregiare di essere fra i project leaders selezionati per un avvenimento così importante, pareva che ci dovessimo vergognare.
Eppure continuavano gli interessanti incontri formativi organizzati dalla fondazione, rivolti a una platea di operatori culturali alcuni, ai selezionati del progetto build up altri, altri ancora pubblici. Tutti molto interessanti e stimolanti.

Sia chiaro: anche noi abbiamo avuto da criticare alcune scelte della fondazione che ci hanno riguardato da vicino, a iniziare dall’idea del passaporto (nome orribile a parte, una sorta di abbonamento per tutti gli spettacoli) fino a quella di non far pagare i singoli eventi (diseducativa). Chiaramente prendere decisioni in contesti così grandi non è mai facile e ci sarà sempre qualcuno che critica; per questo abbiamo mantenuto un atteggiamento costruttivo e siamo andati avanti.
Ci attendeva un anno di crash test , cioè di prove generali delle varie attività previste nel progetto. Come sarebbero andate?