Compartir el coche

Una della attività che più mi sono piaciute in questo viaggio è stato compartir el coche, cioè viaggiare a bordo di un auto che faceva il mio stesso tragitto e il cui autista grazie al web aveva messo un avviso in uno dei tanti siti specializzati in questa attività.

Eravamo io, un gallego che andava a fare una sorpresa alla sua ragazza, e il guidatore, un giovane valenciano dalla guida accorta (vedi ad es. siti come: http://www.blablacar.it).

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TURISTA O VIAGGIATORE? L’ANTICO DILEMMA SUL MIO CAMMINO

Erano anni che non facevo un viaggio zaino in spalla, senza un itinerario preciso, una meta particolare, ma con una data di partenza e di arrivo già ben fissate. Soldi in tasca pochi, ma questa non è una novità. Voglia di incontrare gente che abita nei luoghi dove transito tanta, una peculiarità che contraddistingue ogni mio viaggio.
Tappa dopo tappa, le persone che mi incontravano dicevano che ero un vero viaggiatore, niente a che vedere coi turisti. Questa distinzione fra turisti e viaggiatori, da decenni abbandonata da qualsiasi studioso di scienze sociali, è sempre presente nell’immaginario comune, e vi dedicherò una serie di post; però io mi sento più un turista responsabile, sebbene avverta il fascino del considerarsi viaggiatore.
Turista  perché do’ ragione a Bauman quando con abile metafora divide le persone del mondo (post)moderno che si spostano in sole due categorie: i turisti e i vagabondi. Continua a leggere

Un turista (responsabile) a Barcellona

La rambla, sciami di turisti della generazione low cost e abili borseggiatori;
nugoli di poliziotti schierati con le camionette per diminuire un po’ le alte statistiche relative ai furti.
Il disordine ordinato dei modernisti, Gaudi in testa;
il palazzo della musica, grazie Pina per avermelo suggerito.
La nina Claudia, reina de su casa.
la musica dal vivo in un parc de Guell assolato, con vista sul mare;
il bus del barrio per arrivarci, dove autisti e utenti si conoscono e si salutano per nome.
Le interessanti realtà di turismo responsabile;
l’ubriaco che parla italiano e inneggia anche lui all’indipendenza;
scritte bilingue ovunque.
Stradine secondarie nel barrio del Raval, con bimbi che giocano a pallone;
l’avventura nascente degli amici della xarxa di turismo responsable;
il ricordo della rivolta della Barceloneta contro lo sviluppo selvaggio del turismo e i danni che ne son derivati.
L’antico barrio della Grancia, un dedalo di viuzze incantevoli, frequentate per lo più da gente del luogo;
lotte sociali e prezzi popolari.

Lo sguardo brillante di chi crede in ciò che l’appassiona

incontro su turismo responsabile a Madrid: com’è andata

Se volessi racchiudere in 2 immagini le sensazioni provate al FITUR, sceglierei innanzitutto il penoso stand dell’ENIT, a mio avviso il più brutto sia per estetica che per qualità di proposte (4 regioni con su materiale posto in modo sgraziato, oltre a uno stand autonomo della Calabria molto più fornito ma quasi tutto in italiano); dall’altro alcuni incontri che si sono svolti in una zona tranquilla, lontana dai padiglioni fieristici, come quello sulle variabili ambientali, sociali e economiche del turismo nel mediterraneo (organizzato da casa Mediterraneo); o il meeting fra operatori spagnoli e colleghi africani, fra vestiti colorati e imitazioni dell’occidental style (organizzato da INVESTOUR); o l’incontro molto partecipato sul turismo responsabile, organizzato da Koan consulting, Ecotumismo e Rutas Pangea.

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Recuerdo de Madrid

Il freddo secco e il caldo della fiducia
I mandarini dell’accoglienza
Las amigas de las amigas di Sara, e la pazienza nel cercar di capirmi
La semplicità dei gesti e dei volti
Las tapas y las cañas
Il labirinto sotterraneo, sempre pieno di gente, di treni, e pure di polizia
Adorabili smorfie, nutrienti sformati.
L’inimitabile stile banalizzante della fiera del turismo
Los indignados, che ora lavorano nei barrios
Le lacrime del Guernica
Affettuose premure e compratori d’oro
Il locale contro la guerra, nel quartiere multiculturale
E il tuo sorriso, canterino

LA NAVIGAZIONE DI AITR

Si è conclusa pochi giorni fa l’assemblea di fine anno dell’AITR, l’Associazione Italiana Turismo Responsabile. Una due giorni partecipata, viva, niente di ingessato; negli ultimi 2 anni ci si è incontrati in vari posti, da luoghi storici di attivismo come Torino e Bologna, a luoghi emergenti come la Sicilia o Roma, segno della voglia di essere presenti in tutto lo stivale e di essere sempre più un riferimento di livello nazionale a tutto tondo.

L’impressione derivatami da questa intensa due giorni, che oltre all’assemblea ha visto altre iniziative importanti che hanno stimolato la presenza della base associativa e anche di molti ospiti, è che negli ultimi 2 anni l’AITR ha imbroccato con convinzione la strada della partecipazione allargata, in cui oltre al direttivo ci sono tanti Tavoli di lavoro che vedono i soci portare avanti in modo volontario tematiche essenziali per far sì che la scuola di pensiero italiana vada avanti cercando di non sbandare, di tenere la barra a dritta pur consapevole, tutto l’equipaggio, che la traversata non è per niente facile e che il mare è agitato.

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Le presentazioni di “Salvateci dalla Taranta”

“Salvateci dalla taranta”, viaggio fra narrativa e riflessioni sul Salento, le sue feste, il turismo e i cambiamenti in atto  in questo inizio di terzo millennio è un libro finito nel 2011 che ha riscosso un successo insperato. Un saggio trasformato in racconto di viaggio, da leggere senza fretta.

Le presentazioni sono terminate e forse un giorno uscirà una nuova edizione. Nel frattempo il libro è acquistabile ordinandolo presso le librerie feltrinelli o online sul sito http://www.lafeltrinelli.it o http://www.ilmiolibro.it (prezzi diversi). A Matera si trova presso la libreria dell’arco. In Salento presso la libreria Idrusa di Alessano.

Buona lettura (indice e introduzione all’interno dell’articolo); il primo capitolo dovrebbe essere ancora online a questo link

http://www.premiolacittadeisas​si.it/wp-content/uploads/downl​oads/2011/01/72-SALVATECIDALLA​_TARANTA_capitolo_1.pdf

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Cartoline dalla Sardegna

Attraversare la Sardegna con un mezzo pubblico non è impresa facile, nel senso che ti accorgi di quanto sia grande e mal collegata l’isola. Per i centri maggiori nessun problema, per il resto bisogna adattarsi ad orari pensati prevalentemente per l’utenza scolastica o pendolare, niente di nuovo per chi abita nel meridione d’Italia.

Sarà forse il nostro contributo al concepire lo scorrere del tempo in maniera mediterranea?

Da Cagliari a Sassari è un prevaler di ulivi, altri arbusti presenti non riuscirei a riconoscerli con tanta sicurezza, passandoci in mezzo col treno.
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Di passaggio a… Cagliari

Sono a Cagliari per puro caso.

Devo andare altrove, all’altro capo della Sardegna.

Poi si sa, la vita non scorre lineare e così capita, in questo caso a causa di un volo low coast, di atterrare nel sud dell’isola.

Non so nulla di questa città, non mi sono preparato. Tanto devo ripartire fra poche ore.

Al più un bagno nelle vicinanze, è settembre inoltrato ma fa ancora decisamente caldo.

Vabbé, prima un piccolo giro per le viuzze di Cagliari, sollecitato forse da un libro di Soriga che ho iniziato a leggere in viaggio.

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Intervista di Paolo Calabrò per paginatre

Salvateci dalla Taranta. Intervista a Sergio Fadini

di Paolo Calabrò. 7 settembre 2011

(voce di Luca Grandelis)

Conosco Sergio Fadini da oltre venticinque anni. Siamo stati scout insieme in un difficile quartiere di confine di Napoli e una volta abbiamo girato l’Irpinia a piedi, zaino in spalla, per dieci giorni. Ci sono quelli che si spostano di continuo perché sono incapaci di stare in qualunque luogo; quelli che vanno da una parte all’altra perché non sono mai contenti di niente, perché non hanno nulla da fare o perché si illudono di poter cambiare semplicemente cambiando la loro collocazione geografica. Sergio invece viaggia per amore. Ha vissuto praticamente in tutto il Sud Italia, e ogni volta che si stabiliva in un posto, quella era la sua casa. Lui si innamora delle città, della gente, delle culture; arriva da qualche parte, e non vorrebbe andarsene mai più

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