Con l’arrivo del bel tempo i media e i siti specializzati rilanciano l’annoso dilemma del che fare quest’estate. Uno degli scenari possibili è che sarà possibile attivare forme di turismo capaci di assecondare le norme che verranno decise; affidandosi poi alla divina provvidenza che non accada nulla, più che alla scienza.
Se c’è un aspetto davvero positivo del turismo è che per poter essere vissuto come esperienza particolarmente significativa e globale abbisogna di pace e di fiducia. Non trovate? Senza fiducia non ci sarebbe e non ci sarà turismo. Riflettiamoci assieme.
Si viaggerà nell’estate 2020? E come? Se lo chiedono albergatori, gestori degli stabilimenti balneari e via dicendo. Ma anche chi comunque qualche giorno di vacanza se lo vorrebbe pur fare, perché se è vero che la maggior parte degli italiani non sta lavorando e ci sarà da faticare, quando ci saranno quaranta gradi almeno qualche weekend ce lo vorremmo concedere. Ma sarà sicuro?
Il turismo, o meglio alcuni limitati settori legati al turismo, saranno inclusi nella imminente fase 2, magari come test su piccola scala; o bisognerà attendere un’eventuale fase 3? Non mi riferisco a come lo intendevamo fino ad ieri, ovvio, non ora almeno. Ma a mio avviso sarebbe positivo se ad alcune attività fosse permesso di riaprire, anche solo a livello locale e solo nelle zone dove i numeri sono minimi, facendo leva sulla necessità di recuperare forma fisica e benessere psicologico, dopo oltre un mese di quarantena.
Nell’Italia ancora immersa nella fase 1 e spaccata fra un nord ovest che continua a sfornare nuovi contagiati e un centro sud dove non si registra alcuna particolare criticità ma pesa il dubbio dei pochi tamponi effettuati e della tenuta della sanità, il settore del turismo è e resta quasi interamente bloccato. Come si prospetta il futuro? Ecco il primo di una serie di mie riflessioni sull’argomento.
Quanti diversi tipi di gestori di strutture ricettive extralberghiere conoscete? Io tanti. Ognuno di loro si distingue per come si comporta con gli ospiti; nel come si relaziona al contesto sociale e ambientale dove opera; nel come si pone nei confronti delle leggi. Nel mio nuovo libro ne parlo in un paragrafo dedicato, ma non mancano rimandi in tutto il libro. E voi che gestori siete? Quali apprezzate?
Quando 2 anni fa ci fu comunicato che per accedere a tutti gli eventi di Matera 2019 si era optato per un passaporto (sorta di abbonamento annuale) e che a parte questo costo non ci sarebbero stati biglietti di ingresso, a noi realtà creative lucane l’idea non piacque ma la nostra opinione non era richiesta. Ora che sono partiti i primi eventi e si sono verificati i primi problemi posso fare alcune riflessioni, corroborate dai fatti.
A Matera da mesi va avanti un balletto di cifre fra chi ritiene che il turismo sia aumentato e chi viceversa pensa sia diminuito. Impressioni, basate su dati che non ci sono. Ma forse è il caso di pensare a progettare il futuro del turismo in Basilicata Continua a leggere →
A Matera mi sa che serve una nuova ambientazione per rilanciare il turismo perché si mormora ci sia già un netto calo. Dopo il filone di Gesù a mio avviso si può passare a quella del far west , in fondo il clima generale del tutti contro tutti e la caotica caccia all’oro ( dove la riserva aurea è rappresentata dal turismo) sono gli aspetti odierni più rappresentativi. Continua a leggere →
A Matera si continua ad assistere all’esatto contrario di quanto paventato negli ultimi anni nel campo culturale-turistico. Se ne parla costantemente anche sui media locali.
E’ la febbre del turismo, una malattia di recente scoperta contro cui non si è ancora trovata una cura efficace, meno che mai vaccini preventivi. Continua a leggere →
Commenti recenti